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Il Collezionista di Meraviglie: l’Ermitage di Basilewsky

Da Redazione TorinoFree.it

Giugno 04, 2013

Il Collezionista di Meraviglie: l’Ermitage di Basilewsky

IL COLLEZIONISTA DI MERAVIGLIESmalti, bronzi, oreficerie, avori: quasi 90 eccezionali opere dal Medioevo al Rinascimento de “le roi des collectionneurs” escono dall’Ermitage e tornano in Europa per la prima volta. In mostra a Torino.

I conservatori dell’Ermitage avevano tentato in tutti i modi di impedire che il governo sovietico, tra il 1932 e il 1933, vendesse alcuni importanti pezzi della strepitosa collezione Basilewsky.

Era stato lo Zar Alessandro III nel 1885 ad acquistare in blocco la prestigiosa raccolta, al prezzo esorbitante di sei milioni di franchi, prevenendo l’asta programmata da Drouot e attesa con ansia da esperti e collezionisti francesi. La collezione del conte Alexandre Basilewsky era infatti considerata, già alla fine degli anni ’70 dell’Ottocento, una delle maggiori attrazioni di Parigi.

Le resistenze opposte dall’Ermitage alle autorità staliniste non furono comunque sufficienti e 25 notevoli pezzi degli 800 giunti a San Pietroburgo alla fine del XIX secolo se ne andarono ad arricchire le maggiori raccolte d’arte del mondo.
La collezione Basilewsky per il resto rimase in Russia e solo ora un nucleo di 85 opere, esemplificative della sua altissima qualità e varietà, torna in Europa per la prima volta.

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Informazioni utili

Palazzo Madama si trova in Piazza Castello a Torino. Il numero per contattare il museo è 011 4433501. La mostra sarà aperta al pubblico dal 07/06/2013 al 13/10/2013.

Orari

Martedì – sabato: 10.00 – 18.00;
Domenica: 10.00 – 19.00.
La biglietteria chiude un’ora prima.

Tariffe

Intero: € 10,00
Ridotto: € 8,00
Gratuito ragazzi minori di 18 anni

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COLLEZIONE BASILEWSKYTra i capolavori eccezionalmente prestati ci saranno anche opere che, già inserite nella lista di vendita dal “Commissariato popolare per la Cultura del governo sovietico”, restarono all’Ermitage solo grazie alle preghiere, alle trattative, alle astuzie dei suoi conservatori, consapevoli del loro valore artistico e culturale. Tra queste, l’Acquamanile a forma di cacciatore a cavallo, opera renana dell’inizio del Duecento, o la strepitosa Cassetta reliquiario di Santa Valeria, protomartire dell’Aquitania: una delle più famose opere in smalto limosino del XII secolo, forse realizzata nel 1172 in occasione dell’investitura ducale di Riccardo Cuor di Leone.

L’emozionante ritorno in Europa di una selezione eccellente della collezione Basilewsky, considerata tra le più ricche dell’Ottocento, corona d’altra parte anche un altro momento significativo per Torino che, proprio nel 2013, festeggia i 150 anni di vita del Museo Civico torinese.

La raccolta di arti decorative radunata dal nobile russo Alexandre Petrovič Basilewsky (1829-1899), spaziava dal IV secolo a metà del Cinquecento, da Bisanzio alla Spagna, dalla Francia alla regione del Reno e della Mosa fino all’Italia. Una collezione unica al mondo composta per la gran parte da rarissimi esemplari della prima arte cristiana e da stupefacenti e preziosi oggetti del Medioevo e del Rinascimento europeo: oreficerie, avori, smalti, vetri, ceramiche, tessuti, arredi lignei, provenienti da altre collezioni prestigiose o acquistati direttamente da monasteri e chiese in Francia, Austria, Svizzera, Italia.

PALAZZO MADAMAIl corpus di opere esposto ora a Torino offre l’opportunità unica di attraversare secoli di storia e d’arte, proponendo alcuni dei capolavori più alti nel campo delle arti decorative – intaglio in avorio, smalti limosini, maiolica italiana, vetri, armi, arredi lignei – con un ampio ventaglio di tecniche e stili.

Tanti i capolavori in mostra. Per l’età medievale, accanto a quelli già citati, spiccano l’Olifante con medaglioni raffiguranti animali – corno da caccia o da guerra in avorio realizzato a partire da una zanna d’elefante, probabilmente eseguito in una bottega siciliana che vantava artigiani provenienti dall’Oriente (XI-XII sec.) – e la Statua-reliquario di Santo Stefano primo diacono cristiano, del XII-XIII secolo. Si tratta di un esempio eccezionale di questa tipologia, che di solito prevede statuette di piccole dimensioni, mentre in questo caso l’opera raggiunge quasi 50 cm. Il reliquiario è inoltre impreziosito da una gemma intagliata di origine bizantina inserita sulla legatura del libro tra le mani del santo.

D’altissima qualità e rarità il Flabellum o ventaglio liturgico, della fine del XII secolo: un oggetto previsto nell’antica liturgia cristiana per scacciare gli insetti dal pane e dal vino consacrati. In rame e argento dorato, con filigrane, smalti champlevé policromi e pietre preziose, è forse di ambito renano o mosano, un capolavoro dell’oreficeria romanica.
Nella sezione rinascimentale vanno ricordati alcuni superbi pezzi di Limoges realizzati da Pierre Reymond – come la Coppa con Scene dell’Antico Testamento o il Trittico costituito da sei placche in smalto con pittura a grisaille di altissima qualità, incorniciate da legno intagliato e dorato – ma anche le maioliche urbinati.

Pezzi d’eccezione della ceramica francese, di cui Basilewsky fu tra i primi collezionisti, sono infine le cosiddette “faiences de Saint-Porchaire” e le ceramiche di Bernard Palissy e della sua cerchia.

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