il Castello di Rivoli e le sue mostre
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 02, 2013
Il castello di Rivoli si trova all’imbocco della Valle di Susa sulla sommità della collina Morenica. È stato fin dall’XI secolo un’importante struttura fortificata sul tracciato valsusino della via Francigena.
Edificato dai vescovi di Torino, in poco tempo passa nelle mani dei Savoia trasformandosi nel corso del tempo in uno dei primi gioielli della Corona di Delizie. La Corona di Delizie è il nome dato alla serie di residenze edificate tra XVI e XVIII secolo, per lo svago e il divertimento per i duchi, che contornavano la città con la loro bellezza, riconosciute nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Nel 1560, Emanuele Filiberto di Savoia scelse proprio Rivoli come residenza temporanea, in attesa di stabilirsi definitivamente a Torino e chiese a Francesco Paciotto, importante ingegnere militare, di trasformare l’edificio per renderlo all’altezza della corte ducale. {AF template=round_bended_corner width=350px float=right }
Dove si trova
Il castello di Rivoli si trova a Rivoli in Piazza Mafalda di Savoia. Per prenotare la visita alla mostra “She got Love” è possibile telefonare al numero 011-9565280 oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected].
Trasporti pubblici da Torino:
Dalle stazioni di Porta Nuova e di Porta Susa: metropolitana direzione Fermi. Scendere fermata Paradiso (10 minuti ca.). Prendere la coincidenza autobus n. 36 direzione Rivoli fino al capolinea di Piazza Martiri (30 minuti ca.).
Autostrade: in uscita dalle autostrade A4 (Torino-Milano), A5 (Torino-Aosta), A6 (Torino-Savona), A21 (Torino-Piacenza), A32 (Torino-Bardonecchia) seguire le indicazioni T4-Frejus Moncenisio, Monginevro; uscita Rivoli.
Aeroporto: Torino Caselle, a 15 km. dal centro di Torino, è raggiungibile in circa mezz’ora d’auto grazie ad una veloce tangenziale, connessa anche alla rete autostradale con accesso diretto alle più importanti città del Piemonte, del Nord Italia e della Francia meridionale. Un servizio pubblico di autobus collega, in 40 minuti, l’Aeroporto con il centro città e le stazioni FF.SS., partendo dal Terminal di Torino (corso Vittorio Emanuele II angolo via Sacchi, presso stazione Porta Nuova).{/AF}Tuttavia si dice che sia stato il suo successore, Carlo Emanuele I, alla presenza di Nostradamus, a far trasformare, dall’architetto Castellamonte, l’edificio in una vera e propria residenza e a far costruire la Manica Lunga, ossia una particolare struttura lunga 140 metri e larga 6 per ospitare la sua preziosa collezione di quadri.
Nel 1693 la Corona di Delizie fu fortemente danneggiata dall’esercito francese, comandato dal Maresciallo Nicolas de Catinat, seguendo il destino di altri importanti edifici quali il Castello di Avigliana, l’Abbazia di San Michele della Chiusa e la Reggia di Venaria. Fu desiderio di Vittorio Amedeo II far rinascere Rivoli. Egli chiamò dapprima Michelangelo Garove e poi nel 1718 Filippo Juvarra, affinché il Castello di Rivoli potesse riprendere a splendere tra i gioielli della Corona. Vittorio Amedeo II fece di Rivoli il teatro di importanti eventi riguardanti la sua vita pubblica e privata: la sua salita al trono, nel 1684, la sua abdicazione del 1730 e la sua dolorosa prigionia l’anno seguente. Quest’ultimo avvenimento, le alterne fortune economiche e politiche dei Savoia e del Regno, ma anche i diversi interessi dei suoi successori, fecero sì che soltanto un terzo dell’imponente progetto juvarriano sia stato realizzato.
Nel 1793 Carlo Randoni, architetto, prende in mano le sorti del Castello per volere di Vittorio Emanuele duca d’Aosta. Si intraprende una nuova campagna decorativa, senza riprendere il progetto di Juvarra, facendo sì che il duca potesse risiedere nel Castello. Gli ambienti, accoglienti e di composta bellezza, si avvicinano sia allo stile di Luigi XVI sia alle nuove tendenze di Robert Adam e di Leopold Pollack, quest’ultimo è uno tra gli architetti più attivi a Milano. Durante il periodo napoleonico il Castello ed il territorio di Rivoli furono assegnati al principato della Moschowa e donati al cugino Maresciallo Ney.
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Orari e biglietti
Apertura: martedì – venerdì dalle 10.00 alle 17.00; sabato – domenica dalle 10.00 alle 19.00 La Biglietteria chiude 30 minuti prima della chiusura del Museo.Biglietto d’ingresso: 6,50 euro
Ridotto: 4,50 euro per ragazzi 11-14 anni, pensionati, insegnanti, studenti, disabili, militari, associazioni culturali ed enti convenzionati.Gratuito per i minori di 11 anni.
Ingresso libero per i possessori di Abbonamento Musei e Torino Card.
I visitatori muniti del biglietto della Reggia della Venaria Reale o del Museo Nazionale del Cinema potranno, esibendolo alla cassa del Castello di Rivoli accedere al Museo d’Arte Contemporanea con un biglietto al costo di 2,50 euro.
I visitatori del Castello di Rivoli conservando il proprio biglietto potranno entrare con un biglietto a tariffa ridotta alla Reggia della Venaria Reale e/o al Museo Nazionale del Cinema.{/AF}
Con la Resturazione Vittorio Emanuele, ritornato sul trono, ridona splendore a Rivoli, facendola diventare di nuovo la residenze reale. Alla morte del re nel 1824, la vedova Maria Teresa fa trasferire gli arredi principali nella Residenza Reale, oggi Villa Cristina, ad Altessano. L’edificio e i terreni di pertinenza furono ereditati dalle quattro figlie, perdendo di interesse e rappresentando una voce di spesa alquanto onerosa. Nel 1882 fu emanato il Regio Decreto che autorizzò l’Amministrazione Comunale ad acquistare il Castello. Il Comune, oramai proprietario, fa spostare nella zona sud-est del secondo piano del Castello la biblioteca civica oltre che arredi e il modello dell’Ugliengo, il resto fu messo a disposizione dell’Esercito. Da questo momento in poi la residenza fu lasciata a se stessa, danneggiata e stravolta dagli usi impropri e dai bombardamenti alleati. Bisognerà attendere l’architetto Andrea Bruno che nel 1979 aprirà il cantiere per i lavori di restauro e li concluderà nel 1984, con la conseguente riapertura al pubblico.
Ana Mendieta e la mostra She got Love
Nei suggestivi spazi della Manica Lunga del Castello di Rivoli è aperta al pubblico, dal 30 Gennaio al 5 Maggio 2013, una grande retrospettiva europea dedicata all’artista cubano-americana Ana Mendieta (1948-1985).
Biografia
Mendieta nasce a L’Avana (Cuba) nel 1948. Ha un’infanzia felice, ma nel 1961 lei e la sorella Raquelin vengono sradicate e portate negli Stati Uniti, all’interno dell’operazione Peter Pan, un piano anticomunista per ” salvare” i bambini cubani all’indomani della rivoluzione castrista. Inizia così un pellegrinaggio da un campo di rifugiati ad un orfanotrofio, o in famiglie adottive, che le procurerà una grave depressione. Negli Stati Uniti sperimenta la vita quotidiana come cittadina di seconda classe. Tornerà a Cuba solo nel 1980, diciotto anni dopo il suo traumatico esilio. Nei successivi tre anni riuscirà a sviluppare stretti legami con la comunità di artisti emergenti entrando in contatto con la ricca tradizione Afro-Cubana. L’artista ha avuto un grande ruolo nello scambio culturale tra Cuba e il Nord America e fino ad oggi rimane l’unica cubana espatriata negli Stati Uniti ad aver partecipato a mostre nazionali a Cuba. L’artista, nei suoi lavori, prende a prestito simboli e aspetti di pratiche rituali di antiche culture indigene delle Americhe, Africa ed Europa e vi incorpora elementi della natura e di riti sacrificali “primitivi” associati alla “santeria cubana”. Beatrice Merz e Olga Gambari hanno proposto la mostra “She got Love” per dare una nuova interpretazione della figura dell’artista, pioniera della performance e video, body art, fotografia, land art e scultura nel ventesimo secolo.
Le opere
Saranno esposti oltre un centinaio di opere realizzate dall’artista contemporanea tra il 1972 e il 1985. Sono la stessa identità di Mandieta e le esperienze vissute sulla sua pelle ad aver influenzato le sue creazioni, dalla straziante infanzia a Cuba fino alla sua trasformazione in icona femminile negli Stati Uniti. Il titolo della mostra, She Got Love, deriva da una delle opere filmiche di Mendieta in cui l’artista scarabocchia le parole in rosso sangue attraverso una porta bianca. La mostra corrisponde all’evento dell’anteprima mondiale di Itali-Ana, Mendieta in Rome, un documentario sulla ricerca artistica di Mendieta durante gli anni di residenza presso l’American Academy in Rome. Il film, prodotto da Corazon Pictures e diretto da Raquel Cecilia Mendieta, verrà proiettato per tutta la durata della rassegna. La mostra è realizzata in stretta collaborazione con l’Estate of Ana Mendieta e la Galerie Lelong.
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