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Abbazia di Staffarda: alla scoperta di uno dei monumenti medievali più grandi del Piemonte

Da Gianluca Rini

Ottobre 20, 2024

Abbazia di Staffarda: alla scoperta di uno dei monumenti medievali più grandi del Piemonte

Nel cuore del Piemonte, tra i monumenti più suggestivi del Medioevo, spicca l’Abbazia di Santa Maria Staffarda. Situata nella provincia di Cuneo, a 9 chilometri da Saluzzo, l’abbazia sorge in una pianura, circondata da un paesaggio mozzafiato, con l’imponente Monviso a dominare l’orizzonte.

Questo luogo ricco di storia e cultura rappresenta un viaggio affascinante nel passato, con ogni angolo dell’abbazia che racconta storie di spiritualità, lavoro e perseveranza. L’abbazia è una meta imperdibile per chi ama l’arte e la natura.

La storia e l’importanza dell’Abbazia di Staffarda

Fondata tra il 1122 e il 1138, l’Abbazia di Santa Maria Staffarda nacque grazie alla generosità del Marchese Manfredo I di Saluzzo, che donò le terre ai monaci cistercensi provenienti dalla Francia. Qui i monaci costruirono un vasto complesso che includeva la chiesa, il chiostro, la foresteria e persino un mercato coperto, dando vita a un centro importante per la comunità. Questi edifici, con il loro stile architettonico semplice ma maestoso, incarnano perfettamente lo spirito cistercense, improntato alla spiritualità e al lavoro manuale.

I monaci cistercensi si occuparono della bonifica delle terre circostanti, rendendo l’abbazia un punto di riferimento per lo scambio e la lavorazione dei prodotti agricoli locali. In breve tempo, Staffarda divenne un centro vitale per la vita politica, economica e sociale della zona. L’abilità dei monaci nel gestire le risorse e nel migliorare le terre rese l’abbazia una vera e propria forza trainante per l’intera regione, trasformando l’area circostante in un fertile e prospero centro agricolo.

La battaglia e la ricostruzione dell’abbazia

Il 31 luglio 1690, il territorio dell’abbazia fu testimone di uno scontro violento: la Battaglia di Staffarda, combattuta tra l’esercito piemontese di Vittorio Amedeo II di Savoia e le truppe francesi guidate dal generale Nicolas de Catinat.

Durante il conflitto, le truppe francesi penetrarono nell’abbazia, causando gravi danni: l’archivio, la biblioteca e parte del chiostro e del refettorio furono distrutti. Le devastazioni lasciarono segni profondi, interrompendo momentaneamente la vita monastica e il ruolo dell’abbazia come centro di aggregazione per la comunità.

Solo alcuni decenni più tardi, tra il 1715 e il 1734, l’abbazia fu restaurata grazie ai fondi messi a disposizione da Vittorio Amedeo II. Anche se la ricostruzione ha alterato in parte le originarie strutture gotiche, l’abbazia mantiene ancora oggi un fascino unico e rappresenta un significativo esempio del patrimonio medievale piemontese.

I lavori di ricostruzione furono imponenti e richiesero la collaborazione di molti artigiani, che con la loro abilità riuscirono a restituire splendore a questo luogo simbolo del Piemonte. Dal 1750, grazie a una Bolla Pontificia di Papa Benedetto XIV, l’Abbazia di Staffarda entrò a far parte dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, segnando una nuova fase nella sua lunga storia.

Cosa ammirare oggi a Staffarda

Oggi, l’Abbazia di Santa Maria Staffarda continua a essere uno dei luoghi più affascinanti del Piemonte per gli amanti della storia e dell’architettura medievale. All’interno del complesso si possono visitare la chiesa abbaziale, che presenta un mix di stili romanico e gotico e ospita il Polittico di Pascale Oddone e un gruppo ligneo cinquecentesco raffigurante la Crocifissione.

Altre attrazioni comprendono il suggestivo chiostro, in parte originale e in parte restaurato, che rappresenta un luogo di grande pace e riflessione, circondato da colonne decorate che raccontano la storia e la vita dei monaci. Il refettorio, un tempo luogo di incontro e condivisione dei pasti, conserva ancora tracce di un affresco raffigurante l’Ultima cena, un’opera che offre uno scorcio sulla vita quotidiana dei monaci.

La Sala Capitolare e la Sala di Lavoro, con le loro volte ad ogiva sostenute da colonne marmoree, sono testimonianze della grandezza architettonica dell’abbazia e del ruolo centrale che il lavoro manuale aveva nella vita monastica.

Chi desidera immergersi nella storia può visitare questo luogo, che accoglie con la sua atmosfera carica di passato e con le bellezze che raccontano secoli di vita monastica e trasformazioni storiche. Passeggiando tra le sue antiche mura, è facile immaginare il fervore dei monaci intenti a pregare, lavorare e costruire una comunità basata su principi di collaborazione e spiritualità. L’Abbazia di Staffarda è un luogo vivo, capace di evocare emozioni profonde e di trasportare i visitatori in un’epoca lontana, fatta di fede, sacrificio e bellezza artistica.

Informazioni pratiche per visitare l’Abbazia di Staffarda

L’Abbazia di Staffarda si trova in Piazza Roma, 2, a Staffarda, in provincia di Cuneo. L’orario invernale, da novembre a marzo, va dalle 9 alle 12 (la chiusura del museo è alle 12:30), e dalle 13:30 alle 16:30 (con chiusura del museo alle 17).

L’orario estivo, da aprile ad ottobre, è dalle 9 alle 12 (con chiusura del museo alle 12:30) e poi dalle 13:30 alle 17:30, con chiusura del museo alle 18. La struttura è chiusa il lunedì.

Il biglietto intero costa 6,50 euro, quello ridotto 4,50 euro. Per le scuole secondarie di primo e secondo grado e per gli over 65 è previsto un biglietto di 3,50 euro. L’ingresso è gratuito per chi ha meno di 11 anni, per i visitatori con disabilità e per chi possiede un Abbonamento Musei Torino Piemonte.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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