Vent’anni di Grandi Giardini Italiani
Da Redazione TorinoFree.it
Luglio 27, 2017
Grandi Giardini Italiani, l’impresa culturale fondata da Judith Wade che riunisce i più bei giardini italiani visitabili, festeggia nel 2017 i 20 anni di attività.
Il network, nato nel 1997 con dodici giardini e 200.000 visitatori, conta ora oltre otto milioni di persone l’anno che entrano nei Grandi Giardini Italiani.
A conferma della grande importanza che il cosiddetto turismo del verde e dei giardini ha nel contesto moderno del viaggiare per vedere, cinque nuovi parchi entrano nel network di Grandi Giardini, location perfette per una visita nella stagione estiva.
Sul Lago Maggiore abbiamo l’Isola Bella, l’Isola Madre, la Rocca di Angera e il Parco di Villa Pallavicino, a Roma il Castello di Torcrescenza.
Con l’arrivo di questi splendidi giardini, il network Grandi Giardini Italiani ne conta 125 in 12 regioni, di proprietà sia privata che pubblica.
Ognuno di questi giardini ha caratteristiche molto particolari, che rendono ognuno unico e irrepetibile.
L’Isola Bella ha un giardino all’italiana, ideato in onore della moglie di Carlo I, Isabella d’Adda, che incornicia il Palazzo e il Teatro Massimo o Ninfeo.
Con il suo spettacolare fronte scenico a tre piani, sormontato dalla statua dell’unicorno, emblema del casato dei Borromeo, e la Galleria Berthier che ospita 130 dipinti, l’edificio è tra i beni culturali più importanti del Lago Maggiore.
Nell’Isola Madre il giardino è di tipo paesaggistico all’inglese realizzato nell’Ottocento che, grazie a un clima favorevole, ospita rare piante e fiori esotici provenienti dalle più diverse latitudini, come un magnifico esemplare di cipresso del Kashmir.
La Rocca di Angera, di proprietà dei Borromeo dal 1445 e che oggi ospita il Museo della Bambola e del Giocattolo, attualmente il più importante in Europa, di recente è stato arricchito da un giardino in stile medievale.
Villa Pallavicino a Stresa, una proprietà di sedici ettari, include un parco aperto al pubblico dal 1956.
La Villa ospita una magnifica collezione di acidofile di fioriture e proporzioni spettacolari e nel parco è stato riservato un grande spazio a canguri, lama, pavoni, zebre e molti altri animali, per la gioia delle famiglie che lo visitano.
Il Castello di Torcrescenza, immerso in un parco secolare alle porte di Roma, venne edificato nella seconda metà del XV secolo dove sorgeva un’antica torre del 1100.
A condurre al castello sono un suggestivo viale nel bosco di querce, pini e allori in cui all’imbrunire fanno capolino famiglie di fagiani e istrici, e il viale di rose mellandine, in fiore da maggio a novembre.
Il Castello ha ispirato tanti artisti, come Claude Lorrain che lo ritrasse nel 1648 in un dipinto esposto al Metropolitan Museum di New York, e Nicolas Poussin che lo dipinse più volte nei suoi paesaggi.
Nel suo giardino si esaltano sia precisioni di un disegno formale con le fontane che incanalano l’acqua scendendo da un vascone all’altro, seguendo il percorso a gradini per creare giochi d’acqua, oltre alla fantasia di un giardino mediterraneo.
È stata creata di recente la zona delle piante succulente, arrivate dalla Sicilia e profumate con una collezione di piccoli agrumi antichi in vaso, che durante l’inverno vengono messi a dimora in una serra.
Questa idea nacque da un quadro di Joseph Heinz del 1625 che rappresenta il giardino all’italiana di Villa Borghese dove c’erano alberi di agrumi per consentire alle dame di cogliere i frutti facilmente. Nel giardino s’incontrano iris, anemoni o fiori del vento, myosotis e collezioni di narcisi e tulipani storici e non mancano le piante aromatiche, ornamentali e le rose.
Dal ponte levatoio si entra nel castello e poi si giunge al chiostro, con le sue quindici colonne ottagonali in peperino ricoperte di ficus pumila.
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