Ucraina e caro energia: le imprese piemontesi segnano il passo. Soltanto l’edilizia cresce ancora (grazie ai bonus)
Da Alberto Garbarino
Maggio 02, 2022
Le incertezze costano care al tessuto imprenditoriale piemontese. Non solo in termini di bollette e costi energetici, ma proprio per quanto riguarda la sopravvivenza delle aziende. Lo dicono i dati Unioncamere per i primi 3 mesi del 2022, che registrano 141 presenze in meno rispetto a un anno prima: il totale delle aperture è di 7774 imprese, con 8.021 cessazioni. Il saldo è risultato negativo per 873 unità, portando il totale a 427.023 realtà imprenditoriali operative.
“Nei primi tre mesi del 2022 il Piemonte arranca in tutti i settori e in tutte le province: gli imprenditori, soprattutto delle realtà meno strutturate, vivono l’incertezza del momento dovuta all’aumento dei prezzi delle materie prime e al trend dell’inflazione – commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte -. La guerra in Ucraina e l’andamento della disponibilità di gas stanno condizionando le scelte aziendali. Statisticamente, comunque, in questo trimestre, si presentano in modo regolare saldi negativi: a fine anno si concentrano, infatti, la maggior parte delle cessazioni di attività, il cui riflesso si registra nel Registro imprese delle Camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno. Servono misure efficaci, che restituiscano fiducia al nostro sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita”.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita debolmente negativo, pari al -0,20%, dato lievemente peggiore sia rispetto a quanto registrato a livello nazionale (-0,02%) nel trimestre in esame, sia nei confronti del risultato piemontese del I trimestre 2021 (-0,02%).
La debole contrazione evidenziata dal tessuto imprenditoriale regionale risulta il frutto di variazioni negative di lieve entità segnate in tutte le realtà provinciali. Verbania (-0,65%) e Alessandria (-0,56%) mostrano i dati peggiori, seguite da Cuneo (-0,41%), Biella (-0,38%), Asti (-0,24%) e Vercelli (-0,22%). Novara (-0,15%) registra un dato migliore rispetto a quello medio regionale, mentre Torino, con un tasso di crescita piatto (-0,04%), evidenzia la performance migliore tra le province piemontesi in questi primi tre mesi del 2022.
Nei primi tre mesi dell’anno nessun comparto ha evidenziato flessioni superiori al punto percentuale. In particolare, il risultato peggiore appartiene all’industria in senso stretto (-0,8%), seguita dall’agricoltura (-0,76%) e dal commercio (-0,66%). Le imprese turistiche registrano un tasso di crescita del -0,52%. Stazionario l’andamento del tessuto imprenditoriale degli altri servizi (+0,09%); mentre, seppur debolmente, risulta positivo il trend segnato dal comparto edile (+0,50%) ancora sostenuto dagli incentivi.
Articolo precedente
Il Consiglio comunale approva le tariffe della Tassa rifiuti per il 2022: cosa cambia
Articolo successivo
Le eccellenze piemontesi al CIBUS di Parma
Alberto Garbarino
Alberto Garbarino, 30 anni di Genova (GE) , Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Genova, Redattore presso Wolf Agency di Monalieri (To). Amo lo sport , il cinema e l'attulità.
Articoli correlati
21 dicembre, il giorno più corto dell’anno (no, non è Santa Lucia)
Dicembre 21, 2024