Torino, primo trapianto di tendine crociato con donatore vivente
Da Nunzia Cipolletta
Gennaio 24, 2023
A Torino è stato eseguito il primo trapianto di tendine crociato donato da una persona vivente. Il donatore e il beneficiario sono rispettivamente padre e figlio.
Torino, primo trapianto di tendine crociato donato da una persona vivente
Per la prima volta in Italia è stato eseguito un intervento di ricostruzione di un legamento crociato anteriore del ginocchio, in cui il tessuto trapiantato appartiene ad un donatore vivente. È il caso di Torino, dove un papà ha donato il tendine crociato del suo ginocchio al figlio di 14 anni.
L’operazione è stata eseguita all’ospedale di Pinerolo dai dottori Mario Formagnola e Simone Perelli, quest’ultimo arriva dall’Istituto catalano di traumatologia dello sport di Barcellona. L’intervento è stato coordinato dal dottor Ronco e si è svolta contemporaneamente in due sale operatorie: in una si prelevavano i tendini del padre e nell’altra si effettuava il trapianto e si ricostruiva il legamento crociato al figlio.
La tecnica utilizzata dai medici dell’ospedale torinese viene già usata in Australia e in Spagna, in particolare a Barcellona. In Italia l’operazione rappresenta un caso senza precedenti, che da oggi in avanti rappresenterà un precedente per i futuri interventi di questo tipo.
Adesso, al fine dell’adozione nazionale del metodo, l’équipe di Ortopedia di Pinerolo, dove è stato eseguito il trapianto, stanno redigendo un protocollo sulla procedura messa in atto, così da sottoporla al Centro Nazionale Trapianti e condividerla con gli altri medici specializzati.
Fino a questo momento, per gli interventi di questo tipo si è fatto ricorso a tendini autologhi, cioè propri del paziente, oppure tendini provenienti da donatori deceduti e distribuiti dalle Banche dei tessuti. In questo secondo caso, tuttavia, si è notato che sebbene negli adulti garantiscano buoni risultati, non si può dire lo stesso dei pazienti pediatrici, per i quali ne viene sconsigliato l’utilizzo a causa degli alti tassi di fallimento.
Per bambini e ragazzi si preferisce dunque l’autotrapianto, tuttavia il dottor Mario Formagnola spiega che “nei pazienti pediatrici spesso i tendini sono troppo piccoli. Il nostro paziente era un ragazzo di 14 anni ancora in fase di crescita, l’intervento andava eseguito con tecnica pediatrica, ma il ragazzo mostrava caratteristiche antropometriche tali da prevedere che un autotrapianto di tendini sarebbe stato, per dimensioni, insufficiente. Per questo motivo, abbiamo deciso di utilizzare i tendini del padre“.
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Nunzia Cipolletta
Laureata in Comunicazione. Interessata alla politica e alla società. Amante di Musica, Cinema, Arte e Letteratura.
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