Torino, l’alcova del sesso clandestino a cielo aperto
Da Redazione TorinoFree.it
Luglio 06, 2013
Via Santa Maria Mazzarello, borgata Lesna, Torino. Un giardino pubblico e, come verrebbe logico pensare, frequentato da nonni con i nipoti, mamme con passeggini, bambini che giocano a pallone sui prati. Un quadretto che salterebbe in mente a chiunque venisse chiesto come immagina la vita di un giardino pubblico.
Ma i giardini Mazzarello fanno eccezione.
La vita notturna dei giardini
Complice l’illuminazione scarsa e il passaggio serale ridotto a zero, quell’angolo di verde è diventato il salotto del sesso.
Su via De Sanctis non manca di certo l’offerta sessuale; le prostitute animano la notte di borgata Lesna, i clienti lo sanno bene; una volta contrattato il valore della prestazione, lei sale in macchina, lui parte, percorre poche centinaia di metri per poi girare a destra, parcheggiare e scegliere una panchina tra quelle rimaste ancora libere per consumare quanto pagato.
Inutile dire che, su quelle panchine, anche di giorno nessuno si ferma per leggere il giornale o mangiare un gelato o cercare refrigerio sotto le chiome di un albero.
I residenti sono ormai abituati alle scene che, notte dopo notte, si ripetono sempre uguali. Una decina di minuti di passione, poi ognuno prosegue per la propria strada e per la propria vita. Lui sale in macchina e, con ogni probabilità, torna a casa da moglie e figli; lei si ferma al Toret, si lava per il cliente successivo, poi entra in una cabina del telefono e, come Superman, si cambia d’abito, un mini abito, che in comune con la tuta di Superman ha sicuramente l’aderenza di una seconda pelle.
E la vita diurna?
“E’ un tappeto di preservativi, involucri e fazzoletti di carta”, così descrivono i giardini gli abitanti di via Mazzarello e dintorni. La pulizia manca, non si sa mai cosa si trova a terra, sulle panchine, sui passaggi. Le mamme con bambini passano veloci, nessuna si ferma, nessun bambino gioca. Una zona di transito, una scorciatoia per non fare tutto il giro dell’isolato, nulla di più.
E, continuano i residenti, “la sera, già dalle 22, dobbiamo chiuderci in casa, abbassare le tapparelle per non rischiare che i nostri figli vedano cosa succede ai giardini”.
Luglio, caldo, alle 22 una passeggiata si farebbe volentieri; ma non si può. Nessuno, con o senza bambini, vuole assistere al mercato del sesso a cielo aperto.
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