Torino, l’arringa dell’avvocato Strata in difesa di Alex Cotoia
Da Nunzia Cipolletta
Aprile 13, 2023
Si avvicina il giorno della sentenza per il caso Alex Cotoia: il 4 maggio la Corte d’assise d’appello di Torino dovrà decidere il destino del giovane. L’avvocato difensore ha pronunciato la sua arringa, chiedendo alla Corte di decidere con il cuore e non solo con la mente.
Il caso Alex Cotoia: cosa è successo
Era il 30 aprile 2020 quando Alex Cotoia ha accoltellato il padre Giuseppe Pompa (52) anni, uccidendolo. Il giovane aveva 18 anni quando si è reso colpevole di un delitto di cui non ha mai negato le sue responsabilità. Fu lui stesso a chiamare i soccorsi, menzionando subito la colluttazione e aggiungendo “penso di averlo ucciso”.
Questo è “un caso che scuote le coscienze” – riprendendo le parole del pubblico ministero Alessandro Aghemo – poiché Alex ha agito in difesa della madre e di suo fratello. Sembra infatti che il padre del ragazzo fosse un uomo violento e ossessionato dalla gelosia, che ripetutamente vessava sua moglie, la mamma di Alex.
Anche la sera del delitto aleggiava in casa un clima di violenza e prevaricazione. Alex Cotoia ha agito per istinto di sopravvivenza e per legittima difesa non solo per se stesso, ma per sua madre e suo fratello. Proprio su questo aspetto l’avvocato difensore Claudio Strata ha incentrato la sua arringa finale in vista della sentenza del 4 maggio.
In realtà, in primo grado per Alex Cotoia era arrivata un’assoluzione. Adesso il pubblico ministero chiede per il ragazzo una condanna a 14 anni di reclusione. L’ultima parola spetta ora alla Corte d’assise d’appello di Torino, chiamata a decidere.
L’arringa dell’avvocato Claudio Strata: “Vi consegno Alex, decidete con il cuore e non solo con la mente”
In vista della sentenza del 4 maggio che deciderà il destino del giovane Alex Cotoia, l’avvocato difensore Claudio Strata ha pronunciato la sua arringa dinanzi alla Corte d’assise d’appello di Torino.
«Vi consegno Alex e chiedo a questa Corte di decidere, di farlo con il cuore e non solo con la mente. Ognuno con la propria coscienza», afferma il legale.
Alex Cotoia, all’epoca dei fatti poco più che 18enne, fu costretto «a crescere in fretta» e a trasformarsi «in scudo umano» per difendere la mamma, da anni vittima di un marito violento. A prova di ciò gli oltre 250 audio di Alex e del fratello Loris da cui emerge il clima di casa.
L’avvocato Strata continua, e sottolinea che il ragazzo ha agito per istinto di sopravvivenza: «In tutto questo tempo, Alex ha sempre avuto un atteggiamento difensivo, ha agito sempre con l’intento di placare gli animi, di annientate il pericolo. Anche quando ha ucciso, l’intento era distruggere il pericolo».
L’arringa prosegue: «Questo ragazzo non deve farvi pena, ma dovete guardare con i suoi occhi. Solo così è possibile rendersi conto che è stata legittima difesa. Il padre era una furia, non riuscivano a contenerlo. C’era una situazione di pericolo permanente che in un qualsiasi momento poteva sfociare in tragedia: in un femminicidio».
L’avvocato Strata menziona inoltre la preoccupante frequenza dei femminicidi e delle stragi familiari in Italia: «In Italia ce n’è una ogni 72 ore, con donne assassinate dal marito o dal compagno. Un ragazzo è morto per non avere avuto la stessa prontezza di Alex. Vicende tremende che sono sovrapponibili a quella dei Pompa».
A ciò si aggiunge il pentimento di Alex, che non ha agito con l’intenzione di uccidere: «Alex non avrebbe mai voluto uccidere. Ed è lui stesso a dirvelo quando riemerge dall’abisso in cui era sprofondato: “Avrei preferito morire io”».
L’avvocato Claudio Strata chiede quindi per il giovane Alex Cotoia l’assoluzione per legittima difesa. La sentenza è prevista per il 4 maggio.
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Nunzia Cipolletta
Laureata in Comunicazione. Interessata alla politica e alla società. Amante di Musica, Cinema, Arte e Letteratura.
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