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Statue bendate a Torino: la protesta degli attivisti per il clima

Da Nunzia Cipolletta

Aprile 22, 2023

Statue bendate a Torino: la protesta degli attivisti per il clima

Nel giorno dell’Earth Day 2023, le statue di piazza Castello e via Andrea Doria sono state bendate dagli attivisti per il clima di Torino. La protesta, a differenza delle precedenti, è fortemente politicizzata.

Statue bendate a Torino: la protesta degli attivisti per il clima

Il 22 aprile cade l’Earth Day 2023, e in questa occasione Torino si sveglia con le statue del Duca d’Aosta e di Giuseppe Mazzini – rispettivamente in piazza Castello e via Andrea Doria – bendate.

È la più recente protesta degli attivisti per il clima, che denunciano a gran voce gli effetti catastrofici del cambiamento climatico e la necessità di agire concretamente e subito.

Le organizzazioni ambientaliste scese in campo per bendare le statue torinesi sono Extinction RebellionFridays For Future e GreenTo. Questa protesta, a differenza delle altre che si sono susseguite nelle ultime settimane, è fortemente politicizzata nella misura in cui vi hanno preso parte anche le consigliere comunali di Sinistra Ecologista: Sara Diena e Alice Ravinale.

Oltre a bendare le statue, gli attivisti gli hanno appeso al collo un cartello su cui si legge: “Opera non fruibile. Crisi climatica: arrestate i veri responsabili”. Dopo di che si sono seduti ai piedi dei monumenti e hanno atteso l’arrivo delle forze dell’ordine.

Il gesto simbolico degli attivisti per il clima richiama il nuovo disegno di legge proposto da Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del governo Meloni. Il DDL prevede multe da 20 a 60mila euro e sanzioni penali per chi distrugge, disperde, deteriora oppure rende “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali”.

Al disegno di legge si aggiunge come motivo della protesta anche la notizia di qualche giorno fa riguardante un attivista di 21 anni. Il giovane di Scientists Rebellion e Fridays for Future aveva compiuto la stessa azione degli attivisti che oggi si sono resi suoi portavoce, ed è stato prelevato dalla sua abitazione dalla polizia e portato in Questura. Il 21enne è stato denunciato e rischia la reclusione fino a cinque anni e una sanzione che può arrivare a 15 mila euro.

Disobbedienza civile e “clausola di necessità”

L’azione di disobbedienza civile portata avanti dagli attivisti e dalle consigliere comunali di Sinistra Ecologista, è stato così commentato da Sara Diena: “Quello che stiamo osservando in tutta Italia nei confronti degli attivisti per il clima, è un uso improprio del codice penale, che oggi questo Governo vuole inasprire. Reati pensati per colpire la criminalità organizzata o chi distrugge opere d’arte e il paesaggio, sono strumentalmente rivolti contro attivisti che pongono in essere azioni non violente e sempre reversibili per portare l’attenzione sulla gravità della crisi climatica.

Considerati gli eventi recenti che hanno avuto luogo in tutto il vecchio continente, si può notare quanto si stia inasprendo in tutti gli stati la repressione degli attivisti per il clima, senza tuttavia agire concretamente per la salvaguardia del Pianeta. Questo fenomeno è infatti sotto l’occhio attento dell’ONU.

L’attivista francese Michel Forst è stato di recente a Torino, come ospite in un convegno di Amnesty International che si è svolto il 13 aprile scorso. In questa occasione ha dichiarato:

La repressione sta diventando la risposta più facile al dissenso. Bisogna comprendere le cause per cui si decide di andare contro la legge. Alle volte, i giudici si concentrano sull’azione in sé e non sulle ragioni profonde che la muovono. In Francia, ad esempio, esiste quella che si chiama “clausola di necessità”, che viene utilizzata nel caso in cui si infrange la legge per un bene superiore.

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Nunzia Cipolletta

Laureata in Comunicazione. Interessata alla politica e alla società. Amante di Musica, Cinema, Arte e Letteratura.

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