Sostenibilità e aziende in Piemonte, 9 su 10 non investono nel green: i risultati del report
Da Gianluca Rini
Marzo 15, 2025

Il tema del clima è sempre più presente nelle discussioni pubbliche, eppure molte imprese sembrano non prendere sul serio questo fenomeno. Una recente indagine condotta all’Università di Torino, realizzata dal Dipartimento di Economia e Statistica attraverso il lavoro di un gruppo di ricercatori, ha segnalato che molte realtà produttive del Piemonte mostrerebbero un coinvolgimento minimo nella riduzione delle emissioni e una scarsa preoccupazione per i pericoli legati al cambiamento del clima.
I livelli di percezione del rischio
Secondo quanto rilevato, la maggioranza delle imprese interpellate (oltre duemila, con almeno dieci dipendenti) fatica a riconoscere le possibili conseguenze del surriscaldamento globale e delle trasformazioni ambientali in atto.
Dal campione, il 54% ha dichiarato di non cogliere i rischi correlati al clima, mentre il 39% ha espresso un livello di consapevolezza parziale. Solo il 6% si è detto fortemente allarmato. Un quadro che si riflette anche nei piani aziendali: appena un’azienda su otto ha effettivamente stabilito obiettivi climatici formali. Inoltre, per l’87% delle realtà produttive, la riduzione delle emissioni non compare tra i programmi futuri, segno di un interesse limitato a cambiare le abitudini che incidono sull’ambiente.
Investimenti e strategie di fronte ai pericoli fisici
La tendenza a non intervenire in modo deciso emerge anche dall’analisi delle azioni messe in campo per attenuare gli effetti di eventi meteorologici estremi. Infatti, il 76,2% delle organizzazioni intervistate preferisce non avviare alcun intervento concreto, probabilmente sperando che le possibili ricadute legate al clima non rappresentino un problema immediato.
D’altro canto, esiste una percentuale più contenuta (16%) che sta adottando misure specifiche per contenere i rischi associati alla transizione verso scenari meno inquinanti. In ogni caso, nonostante alcuni tentativi di affrontare la questione, una fetta considerevole di aziende rimane inattiva.
Le motivazioni interne ed esterne
Nelle poche imprese che scelgono di investire per contenere i rischi ambientali, le spinte nascono sia all’interno sia all’esterno dell’organizzazione. Il 49% degli intervistati ha evidenziato un interesse principalmente interno, spesso legato alla sensibilità della direzione aziendale (riportata dal 37% circa di chi ha risposto).
Il restante 51% ha invece indicato fattori esterni, come l’aumento dei costi energetici (16,4%) e la richiesta, da parte dei clienti, di rispettare standard più sostenibili (16,2%). In molti casi, per continuare a collaborare con la grande distribuzione, risulta indispensabile dimostrare un profilo aziendale attento al tema ambientale.
Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.