Sciopero dei trasporti a Torino e Piemonte il 15 dicembre 2022: chi si ferma e per quante ore
Da Nunzia Cipolletta
Dicembre 12, 2022
Giovedì 15 dicembre previsto uno sciopero generale dei trasporti, la conferma di GTT. Ecco chi si ferma e per quante ore.
Sciopero dei trasporti, le modalità: chi si ferma e per quante ore
Giovedì 15 dicembre è previsto lo sciopero generale regionale di tutte le categorie. La conferma arriva da CGIL Piemonte e UIL Piemonte, che hanno proclamato lo sciopero.
GTT aderisce allo sciopero, che pertanto riguarderà anche i trasporti. Il gruppo torinese trasporti rende note sul sito internet le modalità dello sciopero, che complessivamente andrà una durata di 4 ore.
Di seguito le modalità dello sciopero dei trasporti previsto per giovedì 15 dicembre, così come indicate da GTT. A fermarsi saranno:
- Servizio EXTRAURBANO BUS: dalle ore 10. 00 alle ore 14.00
- Servizio FERROVIARIO sfmA – Aeroporto-Ceres: dalle ore 17.30 alle ore 21.30
- Servizio URBANO-SUBURBANO, METROPOLITANA, ASSISTENTI ALLA CLIENTELA: dalle ore 18.00 alle ore 22.00
- Personale addetto ai CENTRI DI SERVIZI AL CLIENTE: dalle ore 15.00 a fine turno
Per le corse in partenza all’orario di inizio dello sciopero, GTT ne garantisce il completamento.
Sciopero generale regionale: i motivi dello stop di tutte le categorie
Lo sciopero generale regionale indetto per giovedì 15 dicembre prevede lo stop di tutte le categorie per 4 ore. Tuttavia, molte categorie hanno esteso lo sciopero optando per uno stop che durerà per l’intera giornata.
I lavoratori scenderanno in piazza per protestare contro la legge di bilancio. CGIL e UIL dichiarano a questo proposito che “La manovra non affronta adeguatamente, pur in una situazione finanziaria del Paese molto complicata, i temi chiave per contrastare la spirale inflativa, sostenere la crescita e ridurre le disuguaglianze”.
Commentano le ragioni dello sciopero anche i segretari regionali Luisa Limone (FLC CGIL) e Diego Meli (UIL Scuola RUA), che affermano:
“Non si investe, si taglia, si penalizzano i più deboli, il mondo del lavoro dipendente, i precari e i pensionati, non si guarda al futuro. con nuovi criteri per il dimensionamento scolastico, ad esempio, si sacrifica la scuola pubblica. Per i nostri settori rivendichiamo salari adeguati, investimenti per il rinnovo dei nostri contratti, per organici garanti di qualità didattica e per la stabilizzazione dei precari, investimenti sull’istruzione, università e ricerca pubblica, per il diritto allo studio e per la formazione professionale regionale”
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Nunzia Cipolletta
Laureata in Comunicazione. Interessata alla politica e alla società. Amante di Musica, Cinema, Arte e Letteratura.
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