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San Giovanni Bosco di Torino: salvata dalla asfissia rimuovendo un tratto di trachea

Da Nunzia Cipolletta

Gennaio 30, 2023

San Giovanni Bosco di Torino: salvata dalla asfissia rimuovendo un tratto di trachea

All’ospedale San Giovanni Bosco di Torino il lavoro di squadra di una equipe di medici specialisti ha salvato una paziente dalla asfissia attraverso un complicato intervento chirurgico.

San Giovanni Bosco di Torino: salvata dalla asfissia rimuovendo un tratto di trachea

I medici dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino hanno salvato una paziente attraverso un intervento che ha richiesto la convergenza di numerosi specialisti e una coordinazione degna di nota.

La donna ha una storia clinica complessa e questa operazione è stata un gesto di coraggio e altresì l’unica possibilità di salvarsi dall’asfissia. Dopo un intervento d’urgenza, infatti, la paziente ha manifestato problemi nella respirazione a causa di una complicanza: la stenosi tracheale, patologia che comporta il restringimento cicatriziale della trachea.

L’unica soluzione per salvare la paziente dall’asfissia è stato un intervento di accorciamento della trachea, tramite rimozione di un tratto della stessa.

Il lavoro di squadra di medici e infermieri per l’intervento di accorciamento della trachea

Per l’esecuzione di questo complesso intervento chirurgico e per la gestione post-operatoria sono state necessarie la cooperazione la coordinazione di medici e infermieri. L’equipe multidisciplinare che ha dato il proprio contributo in sala operatoria è formata da chirurghi Otorinolaringoiatri, Chirurghi Toracici, Cardiochirurghi, Anestesisti, Pneumologi, Tecnici perfusionisti; senza trascurare l’importante lavoro degli infermieri di sala operatoria e di rianimazione.

Il professor Giovanni Succo, direttore reparto di Otorinolaringoiatria, spiega che: «La particolarità e l’eccezionalità di questo intervento è data dalla somma delle difficoltà tecniche legate sia al ragguardevole segmento di trachea da rimuovere, con anastomosi eseguita molto in basso dietro lo sterno, che alla notevole serie di co-morbilità che rendevano proibitiva l’esecuzione dell’intervento adottando una strategia convenzionale».

Il dottor Sergio Livigni, direttore di Anestesia e Rianimazione, precisa che: «Per la gestione in sicurezza di questo caso abbiamo deciso di ricorrere alla cosiddetta Ecmoveno-venosa, una tecnica di ossigenazione e circolazione extracorporea che, sostituendo di fatto la funzione respiratoria, ha permesso di eseguire l’intero intervento senza ricorrere all’intubazione oro-tracheale e quindi senza ventilare la paziente, nonché di gestire le prime 36 ore post-operatorie sostituendo completamente l’attività dei polmoni. Questa tecnica viene anche utilizzata, dimostrandosi di grande aiuto, nei casi più gravi di insufficienza respiratoria e/o cardiaca, fra cui quella determinata dal Covid».

Il dottor Giovanni Picco, direttore Asl Città di Torino, commenta il lavoro di squadra grazie al quale la paziente è stata salvata: «Il successo di questi interventi, eccezionali, testimonia la bontà delle scelte operate in questi anni nel reclutamento di professionalità di alto profilo che, aggiungendosi a quelle già operanti presso il San Giovanni Bosco, rafforzano la vocazione di questo ospedale quale centro di riferimento per la patologia complessa, sia di elezione che d’urgenza».

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Nunzia Cipolletta

Laureata in Comunicazione. Interessata alla politica e alla società. Amante di Musica, Cinema, Arte e Letteratura.

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