San Giovanni Bosco, pazienti si ribellano
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 07, 2014
Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco pazienti si ribellano. La notizia stupisce, ma nemmeno troppo, abituati come siamo alle tempistiche da incubo dei Pronto Soccorso italiani, troviamo facilmente empatia con la reazione di alcuni pazienti in attesa da ore.
Forzate le porte al Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco
Durante il periodo festivo si è raggiunto il top delle attese nei Pronto Soccorso degli ospedali torinesi. Complice il fatto che durante le vacanze gli studi dei medici di base sono chiusi. Questo ha portato le attese per i casi non urgenti a livelli mai raggiunti prima. La gravità del mal funzionamento del servizio pubblico, peggiora quando a dover aspettare 4 ore non sono solo i casi bianchi, quelli meno gravi, ma anche i casi verdi dei malati cronici e situazioni di allerta. E’ il caso, ad esempio, della madre della signora Ivana Bavoso, che a 82 anni ha avuto un presunto ictus e ha dovuto aspettare in sala d’attesa più di quattro ore. Quando ha chiesto spiegazioni Ivana si è sentita rispondere “Se sua madre e così da ieri sera ormai non possiamo farci più niente” (cit.).
La ribellione al Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco
La ribellione è cominciata con il gesto di eroismo, coraggio ma anche disperazione di Monica Anelli, che ha aperto di forza la porta che dà sulla sala dei medici. Le parole della signora Anelli sono state queste: “Ha mille problemi di salute, non ne poteva più di aspettare”. “Una volta dentro, ho visto un medico incollato al computer. Da quello che ho visto, non sembrava intento a lavorare..”.
La risposta dell’ospedale San Giovanni Bosco
“Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto in poco più di tre giorni 760 passaggi. Sono cifre da iperafflusso. È l’effetto delle festività, dei medici di base in ferie. Purtroppo la risposta del territorio non è sufficiente, soprattutto nella gestione dei casi cronici. In questi giorni abbiamo avuto spesso parità di affluenza tra codici gialli, quindi urgenti, e codici bianchi, cioè casi che non dovrebbero approdare in ospedale. Per il resto, se qualcuno ha visto dei medici trastullarsi, deve fare una denuncia personale, con nomi e cognomi, altrimenti questa è una calunnia.”
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