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Salone di Torino: allestimento sperimentale a tema carceri

Da Nunzia Cipolletta

Maggio 20, 2023

Salone di Torino: allestimento sperimentale a tema carceri

Al Salone del Libro di Torino un allestimento sperimentale stimola la riflessione sul tema delle carceri italiane. Il quotidiano “Il Dubbio”, in collaborazione con il Consiglio nazionale forense, ha ricreato una vera e propria cella per dare la possibilità ai visitatori di sperimentare gli spazi in cui vivono i detenuti.

Salone di Torino: allestimento sperimentale a tema carceri

Il quotidiano “Il Dubbio” e il Consiglio nazionale forense hanno collaborato per la creazione di un allestimento sperimentale al Salone Internazionale del Libro di Torino.

L’allestimento in questione è la fedele riproduzione di una cella tipo delle carceri italiane. I visitatori avranno la possibilità di provare in prima persona gli spazi di detenzione del nostro paese.

Non soltanto i “detenuti” potranno entrare nella cella per sperimentarne gli spazi e le limitazioni, ma prima di ciò verranno perquisiti e invitati ad indossare anche gli abiti utilizzati in carcere.

L’obiettivo è quello di mettere a punto una vera e propria esperienza, durante la quale i visitatori vivranno la prigione come se fossero veri detenuti. Neanche i rumori sono lasciati al caso.

Il motivo è semplice e lo ha ben espresso Piero Calamandrei, che dal 1946 al 1956 è stato presidente del Consiglio nazionale forense: “bisogna aver visto il carcere da recluso”

La guida che accompagnerà i curiosi è una delle persone più adatte all’occasione: l’ex assessore di Aosta e consigliere regionale Marco Sorbara, che da innocente ha trascorso in custodia cautelare ben 909 giorni.

Riflettere sul sistema carcerario: l’obiettivo dell’allestimento al Salone di Torino

Lo scopo ultimo dell’allestimento carcerario al Salone Internazionale del Libro di Torino è di stimolare la riflessione sulla situazione delle carceri italiane e sulla necessità di una riforma del sistema di detenzione.

In una nota riportata sul sito della polizia penitenziaria si spiega che:

“L’obiettivo principale dell’esperienza è promuovere la consapevolezza e stimolare il dibattito pubblico sulla necessità di riformare il sistema carcerario, migliorando le condizioni di vita all’interno degli istituti di pena e promuovendo l’adozione di misure alternative. Oggi, come ha sancito anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, la gran parte delle carceri italiane è in condizioni inumane a causa del sovraffollamento e di un’edilizia penitenziaria del tutto inadeguata. Non è un caso che di anno in anno aumentino i suicidi tra i detenuti e tra gli stessi agenti di polizia penitenziaria, vittime – gli uni come gli altri – di questo stato di degrado”.

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Nunzia Cipolletta

Laureata in Comunicazione. Interessata alla politica e alla società. Amante di Musica, Cinema, Arte e Letteratura.

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