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Movida a Torino: nuove regole per i proprietari dei locali

Da Gianluca Rini

Febbraio 25, 2025

Movida a Torino: nuove regole per i proprietari dei locali

In alcune aree di Torino caratterizzate da una grande vivacità serale, come San Salvario, Santa Giulia e Vanchiglia, sono stati aggiornati i criteri per l’avvio di nuovi esercizi di somministrazione. Il Consiglio comunale, dopo aver raccolto proposte provenienti dalle organizzazioni di categoria, ha deciso di intervenire sulle dimensioni minime richieste per chi desidera intraprendere un’attività legata ad alimenti e bevande.

Il provvedimento, che integra il Regolamento numero 329 attraverso la delibera 644/23, introduce inoltre una speciale deroga per i proprietari che abbiano acquistato immobili tra la fine del 2022 e il 5 novembre 2023. Questa iniziativa cerca di rispondere a situazioni che finora non erano state considerate all’interno della normativa.

Le modifiche alle normative comunali

La delibera 644/23 stabilisce che i nuovi locali destinati alla somministrazione, nelle zone con flusso serale intenso e vocazione turistica, debbano possedere almeno 75 metri quadrati di superficie interna, mentre in passato era sufficiente un’area di 50 mq.

Secondo quanto recepito dagli uffici comunali, le associazioni di settore avevano espresso l’esigenza di rivedere i parametri relativi agli spazi: l’obiettivo, riferiscono i rappresentanti, è bilanciare le richieste degli imprenditori con quelle dei residenti, riducendo l’utilizzo di dehors particolarmente estesi.

Con la nuova impostazione, si pensa di contenere la concentrazione di strutture all’esterno, in modo da garantire una migliore gestione dei marciapiedi e del suolo pubblico, oltre a una maggiore fruibilità degli spazi urbani.

Le agevolazioni per chi acquista un immobile

In aggiunta, il Consiglio comunale ha introdotto una clausola che tutela coloro i quali abbiano comprato un locale tra il 23 ottobre 2022 e il 5 novembre 2023, consentendo loro di aprire un esercizio di somministrazione alimenti e bevande anche se la superficie interna non raggiunge i 75 mq, ma si ferma a un massimo di 50 mq.

Questa scelta deriva dalle segnalazioni pervenute da chi aveva già pianificato l’avvio dell’attività, investendo risorse in immobili di dimensioni ridotte. Prima di questa modifica, mancava una previsione specifica per gli acquirenti, i quali si ritrovavano nell’impossibilità di procedere con i propri programmi imprenditoriali. Il nuovo provvedimento colma così un vuoto normativo, salvaguardando gli investimenti già messi in atto.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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