La Guardia di Finanza di Torino stana un’evasione di 15 milioni di euro
Da Redazione TorinoFree.it
Luglio 13, 2013
E’ stata scoperta nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino un’evasione fiscale internazionale del valore di 15 milioni di euro ad opera di un grossa multinazionale asiatica.
La multinazionale asiatica scoperta tramite una verifica fiscale
E’ stato grazie ad una verifica fiscale che gli agenti della Guardia di Finanza sono riusciti a scoprire le irregolarità fiscali e a riportare nel nostro Paese il reale valore di mercato delle transazioni economiche. A essere incriminate diverse società operanti all’interno di un noto gruppo asiatico. Tutto il reddito non dichiarato al Fisco italiano è stato recuperato. I Finanzieri del Gruppo Polizia Tributaria di Torino dopo un attento controllo sulle relazioni tra i vari componenti del Gruppo hanno notato come la sede italiana comprasse dalla propria controllante all’estero prodotti finiti. Questi prodotti, destinati a essere inseriti nel mercato italiano dell’automotive, venivano messi in commercio a prezzi maggiorati di circa il 15%. Si trattava di una mossa sconveniente per il mercato torinese, ma conveniente per la multinazionale estera, la sua controllante, che ha consentito di trasferire profitti per 15 milioni di euro in paesi fiscalmente più accoglienti, situati in Nord Africa e Europa dell’Est. La società torinese quindi giocando con ii fenomeno che prende il nome di “transfer pricing” ha aumentato i prezzi a suo piacimento in modo da dichiarare meno ricavi effettivi.
Il “transfer pricing”
Il “trucchetto” messo in atto dalla multinazionale è noto nel campo della finanza con il nome di “transfer pricing”. Si tratta di una pratica che permette ad una società controllata, che opera in un paese fiscalmente meno esoso, un aumento dei suoi utili a discapito degli utili della società che si trova in un paese più vessatorio dal punto di vista fiscale. Si tratta di un’operazione illecita. I paesi che vengono più di frequente utilizzati per delocalizzare i profitti sono la Serbia, il Marocco, la Polonia e la Romania. Per essere a norma una ditta deve necessariamente operare rispettando il principio della libera concorrenza (arm’s lenght principle), affinché ci sia una corrispondenza effettiva tra il prezzo stabilito nelle operazioni commerciali delle imprese associate e quello che verrebbe accordato tra imprese indipendenti all’interno del libero mercato.
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