La dedizione di Giuseppe Sorvillo per l’aiuto dei malati di sclerosi: una vita spezzata a Brandizzo (Torino)
Da Francesco Sganga
Settembre 01, 2023
A Brandizzo, in provincia di Torino, si dipana la storia di Giuseppe Sorvillo, un uomo di 43 anni originario di Sparanise (Caserta).
La sua vita, intrecciata tra le attività quotidiani del paese, il barbiere, la parrocchia e i negozi, ha lasciato un segno indelebile. Armando, il barbiere di via Torino, ne fa un ritratto toccante: “Un individuo straordinario, un padre esemplare per i suoi due figli”. Ricorda con commozione l’ultimo appuntamento che Giuseppe aveva preso per un taglio di capelli, il giorno prima che tutto si concludesse tragicamente.
Giuseppe era un uomo sportivo, amante della montagna, ma soprattutto della sua famiglia. Al fine di dedicare più tempo ai suoi cari, qualche mese fa aveva deciso di cambiare lavoro, passando da un supermercato alla Sigifer.
La tragica fine di Giuseppe avviene sulla ferrovia che attraversa Brandizzo, luogo che aveva scelto per vivere insieme alla moglie Daniela, originaria di Carinola, lasciando il suo amato sud.
“In occasione del mio compleanno quest’anno, sto chiedendo donazioni per l’AST – Associazione Sclerosi Tuberosa. Ho scelto questa organizzazione no profit perché il suo scopo è molto importante per me. Spero che tu possa considerare l’idea di offrire un contributo per festeggiare con me. Ogni piccola donazione mi aiuterà a raggiungere questo obiettivo”. Queste erano le parole di Giuseppe Sorvillo su Facebook nel luglio di due anni fa. Il suo obiettivo era chiaro: “Informare, conoscere, curare, aiutare gli affetti da sclerosi tuberosa e le loro famiglie”.
Le fotografie che condivideva erano sempre ripiene di gioia, con lui e i suoi due bambini come protagonisti. L’affetto per i suoi figli era palpabile: “Piccola signorina, un po’ tra le nuvole ma soprattutto molto vanitosa. Sei la nostra gioia e ogni giorno che passa ci rendi più orgogliosi di te”, scriveva della figlia.
La notizia della sua morte ha lasciato un profondo senso di sgomento in tutta la comunità di Brandizzo. Il parroco, don Mario, esprime la tristezza del paese: “Brandizzo alla fine è un dormitorio, dove la gente lavora fuori e la sera si ritira in casa”. Altri ricordano incidenti simili avvenuti sui binari anni fa.
Marianna Grande, dirigente della Cisal Caserta, dedica a Giuseppe un pensiero commosso: “Un viaggio senza ritorno”. E aggiunge: “Ci stringiamo al dolore della famiglia e nel contempo riflettiamo sui motivi sociali, economici e soprattutto di sicurezza che hanno portato a questo evento inaccettabile”.
Francesco Sganga
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