Inquinamento digitale e conseguenze sull’ambiente: quanto ne sappiamo?
Da Federica Felice
Giugno 18, 2022
La creazione e l’utilizzo della tecnologia digitale va a comporre il 4% delle emissioni globali di gas serra e l’alta produzione e utilizzo di dati va a consumare energia in maniera sempre più spropositata. Si calcola che, ogni anno, aumenti del +9%. Ma quanto inquinano i nostri devices e il loro utilizzo?
Cos’è l’inquinamento digitale e da dove proviene
La creazione di infrastrutture internet come: server, data center, Wi – Fi box, cavi in fibra ottica, antenne e così via, cioè dispositivi atti a fornire la il servizio di connessione e fruizione, fanno anch’essi parte dell’inquinamento digitale.
Assieme a tutti i nostri oggetti tecnologici: smartphone, tablet, PC, console game, nonché al loro utilizzo e allo smaltimento stesso dei rifiuti, vanno a costituire un danno immenso per l’ambiente circostante. L’invio continuo di mail, sms, la visione in streaming e gaming on – line oltre che l’utilizzo perpetuo dei social media e di tutte le immagini caricate ed inviate, producono anidride carbonica:
- e – mail: dai 4 g ai 50 g di CO2 prodotta in base alla lunghezza e alla presenza di allegati;
- query di ricerca on-line e apertura di una nuova pagina web: rilascia nell’aria circa 0,9 g di CO2;
- visione di un video on-line: un’ora vale la produzione di 130 g di CO2.
E così via, anche per chiamate e videochiamate tramite il servizio web, scatto ed invio di fotografie, scrittura di post, giochi on-line e tramite console, smart work, eccetera. La stesura stessa di questo articolo va a consumare energia rilasciando un’impronta di carbonio inquinante. Basti pensare che il 60% del traffico web riguarda lo streaming e l’insieme dei video caricati on-line equivale all’1% dei gas serra globali.
Infine, lo smaltimento. Una volta che i devices non funzionano più, si rompono o diventano “vecchi” come modello, si tendono a cambiare e, nonostante alcuni pezzi vengano riciclati e riassemblati, molti altri invece devono essere smaltiti. E questo è un problema. Specialmente considerando tutta una serie di micro componenti e pezzi che vanno a formare l’oggetto. Con gli anni e l’avanzamento quindi della tecnologia, i componenti di un telefono intelligente sono aumentati. Per esempio, ad oggi, i nostri smartphone sono composti da ben 54 elementi. Sono sicuramente più sofisticati e multitasking rispetto al passato, dove i primi cellulari si presentavano con solo 10 componenti (fonte dati Leonardo.it).
L’insieme di questi fattori va a esprimere il concetto integrale di inquinamento digitale.
Impatto ambientale delle azioni digitali: l’analisi
Secondo le ricerche e indagini di internet-casa.com di Papernest, dei tre fattori che vanno a creare l’inquinamento digitale il più impattante è quello della produzione, 54% sull’ambiente; utilizzo e consumo dati e internet, 44% di inquinamento e, infine, la distribuzione e lo smaltimento, con l’1% di impatto ambientale.
Riguardo all’utilizzo che facciamo noi di internet, vediamo come la nostra digital action va ad impattare sul mondo circostante: cosa succede in un minuto su internet?
- 500 mila ore di video vengono caricati su YouTube;
- 28 mila profili guardano in streaming Netflix;
- 695 mila storie vengono condivise su Instagram;
- 198 milioni di mail vengono inviate;
- 2 milioni di visualizzazioni su Twitch;
- 695 mila video vengono guardati su TikTok.
Scendendo nel dettaglio, notiamo che riguardo alle singole voci:
-
streaming: riguarda tutte le visualizzazioni di piattaforme e di riproduzione video e, secondo uno studio condotto da Purdue University, MIT e Yale University, una sola ora emetterebbe tra i 150 e i 1000 g di emissioni CO2;
-
social media: postare, pubblicare, condividere, registrare e ancora caricare e scaricare foto e video dai diversi social network, va ad inficiare sull’ecosistema. Secondo uno studio di Greenspector, le tre piattaforme più inquinanti sono: TikTok, con 2,63 g di CO2 emessi al minuto, Reddit, con 2,48 g e Pinterest con 1,30 g;
-
e – mail: molti sottovalutano l’interscambio di mail, le quali contribuiscono all’impatto ambientale; difatti, degli studi di Ademe (Agenzia per l’ambiente e gestione dell’energia francese), hanno rivelato che 8 email inviate inquinano quanto un chilometro percorso da un’auto.
Cosa fare per limitare l’inquinamento digitale?
Nel 2022 è praticamente impossibile non utilizzare internet, ergo inquinare digitalmente; siamo nell’era della tecnologia e dei social, della condivisione e dell’esibizione. La maggior parte del lavoro è on – line e, a seguito della pandemia, il lavoro da remoto ha aiutato.
Perciò sarebbe ipocrita dire di usare meno il cellulare o il PC, ma esistono alcune piccole accortezze per sprecare meno energia che ognuno può praticare quotidianamente contribuendo ad un minore impatto ambientale di matrice digitale:
- togliere la riproduzione automatica dai video in scorrimento sui social e sulle altre piattaforme, anche l’audio;
- limitare l’invio massiccio di immagini, meglio riuscire ad avere un collegamento condiviso e, se inevitabile, comprimere la cartella o utilizzare WeTransfer;
- cancellare l’iscrizione da tutte le newsletter che non interessano, specialmente quelle automatiche pubblicitarie;
- evitare mail inutili di risposta come: “ok”;
- limitare i messaggi goliardici nelle chat di gruppo e successive infinite risposte con le faccine;
- preferire una risoluzione inferiore nel guardare i video;
- evitare download non necessari di documenti, immagini o applicazioni;
- limitare le videochiamate e, in quelle di gruppo, meglio spegnere la videocamera;
- aggiungere alla lista dei preferiti i siti che si guardano spesso in modo da aprirli dalla cronologia e non come nuova pagina;
- spegnere e scollegare il computer, anche la presa.
In generale, limitare l’uso di internet, per quanto possibile. L’inquinamento digitale esiste, anche se non si vede; forse proprio per questo così poco dibattuto e conosciuto.
Infine, non dimentichiamoci della realtà aumentata, del metaverso e delle criptovalute. Quest’ultime, in particolare, si sono rivelate altamente inquinanti: si è stimato che il mining, l’estrazione dei Bitcoin, emetterebbe tra le 22 e le 22,9 tonnellate di anidride carbonica in un anno (fonte Corriere.it).
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Federica Felice
Formata come Interior&Garden Designer, ho frequentato un corso di giornalismo che mi ha permesso di prestare servizi come copywriter e ghostwriter. Sono curiosa di natura e, tra i diversi interessi, ho la passione per la fotografia e i libri/film gialli.
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