Frutta, Coldiretti Piemonte: “SOS per settemila aziende piemontesi”
Da Alberto Garbarino
Ottobre 10, 2022
“SOS per 7 mila aziende frutticole piemontesi che stanno subendo, da un lato, l’impennata dei costi di produzione ed energia e, dall’altro, la diminuzione della domanda perché i consumatori stanno tagliando gli acquisti di frutta per effetto delle difficoltà economiche. Una situazione insostenibile che vede i nostri produttori obbligati a vendere 5 chili di frutta per potersi pagare un caffè: non possono lavorare sotto i costi di produzione per cui siamo pronti ad applicare il decreto sulle pratiche commerciali sleali visto quanto sta accadendo”. E’ quanto ha denunciato Coldiretti Piemonte al tavolo che aveva chiesto alla Regione di convocare, già ad inizio settembre, per riunire gli attori del comparto ortofrutticolo piemontese.
“Vanno previste urgentemente delle specifiche misure, per dare ossigeno alle imprese, che vanno dalla moratoria sui debiti alla decontribuzione del lavoro stagionale – spiegano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, ed Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo con delega reginale per l’ortofrutticolo -. E’ sicuramente utile un confronto di questo tipo, ma serve uno specifico incontro con la Gdo per fermare le speculazioni che avvengono lungo la filiera ed arrivare a definire una strategia ed una progettualità che diano sostegno concreto al comparto”.
Il frutticolo piemontese ha un fatturato di oltre 500 milioni di euro con una superficie di 18.479 ettari e oltre 7 mila aziende. Per le mele, la zona più vocata si concentra nella fascia prealpina che va da Pinerolo a Cuneo, si coltivano all’incirca 6 mila ettari di melo che coinvolgono circa 4 mila imprese. La produzione piemontese di pesche è di circa 2 milioni di quintali su una superficie di 4.416 ettari e 3.474 aziende.
“Serve che la Regione investa delle risorse, come avviene peraltro già in altre realtà, sulla promozione del comparto frutticolo piemontese – fanno notare Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale -. E’ inaccettabile che i prezzi riconosciuti ai frutticoltori restino invariati quando sul comparto stanno gravando i rincari di energia, carburante, materie prime, fertilizzanti ed imballaggi arrivati addirittura al +72%, ed il consumatore, però, si trova a pagare la frutta con prezzi alle stelle – -. Oltretutto, quest’anno, sulla frutticoltura è pesata anche la mancanza di manodopera straniera a causa dei ritardi e dei blackout informatici causati a livello ministeriale. Sono almeno 20-30 anni che ai produttori vengono riconosciuti questi prezzi, senza contare le tempistiche iper dilatate dei pagamenti nonostante gli accordi interprofessionali, ma i costi di produzione sono aumentati fino a triplicare, soprattutto in questo ultimo anno”.
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Alberto Garbarino
Alberto Garbarino, 30 anni di Genova (GE) , Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Genova, Redattore presso Wolf Agency di Monalieri (To). Amo lo sport , il cinema e l'attulità.
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