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Fiat sempre più lontana da Torino: Via Nizza in vendita, la fine di un’era

Da Claudio Pezzella

Luglio 24, 2021

Fiat sempre più lontana da Torino: Via Nizza in vendita, la fine di un’era

Quando si parla di Torino, sovviene spontaneo pensare al marchio Fiat e alla storia dell’automobile italiana. Fondato nel luglio del 1899 a Palazzo Lascaris, Fiat è oggi tra i simboli più icastici dell’Italia nel mondo; essendo una delle maggiori case automobilistiche sul mercato. Come sappiamo, nel corso degli anni lo stretto legame tra Fiat e Torino è andato via via sfumando. Con la recente diffusione della notizia della messa in vendita da parte del gruppo olandese di Stellantis della palazzina sita in via Nizza 250, gli appassionati di automotive e, in generale, i cittadini torinesi, hanno assistito alla triste chiusura di un altro importante capitolo del meraviglioso sodalizio tra la casa automobilistica e la città piemontese.

L’allontanamento tra Fiat e Torino sempre più marcato

La palazzina di Via Nizza 250 è un luogo simbolico per la storia di Fiat. Vincolato dalla Soprintendenza ai beni architettonici, il luogo ospitava gli uffici di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne. Il fatto che il gruppo intenda lasciarne la proprietà, dunque, ha avuto un impatto particolarmente significativo sull’opinione pubblica. Ad oggi, la presenza di Fiat a Torino si riduce ad una parte di Mirafiori e all’ex stabilimento Bertone di Grugliasco, acquisito nel 2009. Attualmente, Mirafiori non si avvicina neanche lontanamente al colosso che fu negli anni d’oro. Tra il 1946 e il 1966, Mirafiori permise alla popolazione torinese di raddoppiare. Fiat è stata e, per certi versi, rimane a tutt’oggi, una colonna portante del tessuto sociale torinese.

La casa automobilistica si è affermata per rilevanza negli echi di intere generazioni, rendendosi protagonista di fatti storici fondamentali per l’identità torinese: dalla stagione degli scioperi all’assassinio del dirigente Ghiglieno, fino ad arrivare alla marcia dei quarantamila, alle gloriose ascese e i ripidi declini. In realtà, il sentore di scissione era palpabile, vista la scelta di Marchionne di sottoscrivere con il Comune un protocollo d’intenti per la cessione all’ente pubblico di grandi spazi dell’ex fabbrica. Oggi, Mirafiori mantiene, sotto alcuni aspetti, la sua rilevanza, costruendo le 500 elettriche e la Maserati Levante.

Una separazione in step

L’allontanamento tra Fiat e Torino non è stato un evento brusco e immediato. La separazione tra la casa automobilistica e il capoluogo piemontese è passata attraverso la realizzazione degli stabilimenti di Melfi e Cassino prima e, successivamente, della delocalizzazione estera in Brasile e in Polonia. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del Terzo Millennio diversi uffici hanno chiuso i battenti, da Corso Marconi a Matteotti, fino ad arrivare alla storica sede di Borgo San Paolo che fu sede, negli anni d’oro, del Reparto Corse Fiat. Ora che anche la palazzina di Via Nizza dovrà trovare un compratore, appare sempre più chiara la scissione, almeno materiale, tra Fiat e la città di Torino.

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Claudio Pezzella

Claudio Pezzella, 21 anni, Napoli. Laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Federico II, lavora in qualità di copywriter con la Wolf Agency di Moncalieri (TO) assiduamente. Copywriter specializzato in articoli di vario genere, musicista, amante dell'arte in ogni sua sfumatura e sempre alla ricerca di nuovi orizzonti culturali.

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