Edilizia popolare a Torino: soltanto il 5% dei richiedenti ottiene un’abitazione
Da Gianluca Rini
Marzo 24, 2025

La città di Torino affronta da anni un problema legato alla mancanza di abitazioni accessibili, in particolare per chi ha difficoltà economiche. I dati più recenti sull’edilizia popolare confermano che, malgrado l’elevato numero di domande raccolte, le assegnazioni rimangono piuttosto limitate. Questa situazione, secondo molte organizzazioni, necessita di iniziative incisive e di strategie coordinate, così da alleggerire le liste d’attesa e offrire maggiori opportunità a chi cerca una casa.
I numeri del bando 2023
L’ultimo bando per l’assegnazione di appartamenti di edilizia sociale, avviato nel 2023, ha registrato 7.368 candidature. Di fronte a questa quantità di richieste, solamente 346 assegnazioni sono diventate realtà, corrispondenti a circa il 5% del totale. Questo dato evidenzia quanto sia arduo per tante famiglie ottenere un alloggio a canone calmierato.
Uno sguardo al periodo dal 1996 al 2023 mostra che, in media, la proporzione di assegnazioni rispetto alle istanze ricevute si è aggirata intorno al 13%. Tale media indica comunque una situazione di sofferenza, poiché numerosi nuclei familiari restano esclusi e vengono obbligati a cercare soluzioni temporanee o a sostenere spese maggiori per un appartamento nel mercato privato.
Il problema degli alloggi vuoti
Secondo i dati del Comune, a Torino risultano liberi oltre 22.000 immobili, ma alcune fonti ritengono che il conteggio effettivo possa superare di gran lunga questa cifra. L’esigua disponibilità di unità abitative accessibili contribuisce alla crescita dei costi degli affitti, penalizzando chi dispone di risorse economiche limitate. La difficoltà a trovare un posto adeguato a un prezzo sostenibile genera preoccupazione tra le famiglie più fragili, che rischiano di rimanere escluse dal mercato.
Per affrontare il problema in modo più tempestivo, il sindacato Sicet Cisl sostiene l’idea di vendere una porzione di patrimonio pubblico, in modo da rendere utilizzabili altre abitazioni senza consumare altro suolo. Questo indirizzo, a loro avviso, potrebbe anche favorire un ambiente residenziale più eterogeneo, con una migliore gestione dei diversi redditi presenti nei quartieri.
Fin dall’anno successivo al primo bando generale, cioè dal 1996, il capoluogo piemontese ha assegnato complessivamente 14.654 alloggi dedicati al sostegno sociale. Nonostante i risultati ottenuti nel corso degli anni, resta evidente la necessità di potenziare le strategie di intervento.
Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.