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Bullismo nelle scuole piemontesi, il 40% degli insegnanti segnala casi dovuti all’origine straniera dei bimbi

Da Alberto Garbarino

Luglio 04, 2022

Bullismo nelle scuole piemontesi, il 40% degli insegnanti segnala casi dovuti all’origine straniera dei bimbi

“Serve imparare a proteggersi dai bulli, ma anche non diventare uno di loro”. E’ una frase eloquente quella che il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha pronunciato durante il convegno Bullismo e Cyberbullismo: impatto su salute, socialità e legalità.

I dati raccolti dal’Ires segnalano un Piemonte in cui il deterioramento delle condizioni di benessere psicologico è aumentato, soprattutto dopo il lockdown.

Secondo un’indagine a risposta multipla, svolta in 48 istituti nelle 8 province piemontesi (mille studenti, trecento docenti e cento esponenti del personale Ata), dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazionedell’Università degli studi di Torino, il 71% degli insegnanti segnala che i principali atti di bullismo percepiti riguardano le caratteristiche personali; il 40% segnala atti di bullismo in base all’origine straniera e di bullismo basato sull’orientamento sessuale; il 24% bullismo di genere; il 19% bullismo predatorio (ad esempio furti ricorrenti ai danni di una stessa persona), il 16% bullismo verso persone con disabilità, il 2% bullismo su base religiosa. Alla base delle singole azioni ci sarebbero rabbia e forme di insicurezza dei ragazzi.

La seconda indagine del dipartimento dell’Università di Torino “Secondo il mio punto di vista”, evidenzia invece la percezione del bullismo dopo il lockdown dal punto di vista degli studenti vittime, gli  studenti testimoni e gli insegnanti: tutte e tre le categorie concordano sul fatto che i principali atti di bullismo si manifestino con prese in giro per il 24,3% studenti vittime, 31,1% studenti testimoni e 40,5% degli insegnanti; con minacce fisiche per 7,0%-15,4% e 17,2% e aggressioni fisiche per il 6,2% 15,6% 23,0%. Durante il periodo di lockdown si evidenzia un rallentamento delle azioni di bullismo con una tendenza di crescita ala ripresa della scuola in presenza.

“Iniziative come questa, aiutano noi legislatori a migliorare le leggi in vigore. Quella di cui si è dotato il Piemonte nel 2018, per esempio, è innovativa ma già da rivedere a causa della pandemia”, ha affermato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

“Il post pandemia non è solo recupero delle liste d’attesa, è necessario tenere gli occhi aperti sui nostri ragazzi che si portano dietro quella fragilità dovuta a privazioni personali o legate alla scuola”, ha riconosciuto Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte. Il Governatore ha poi proseguito: “Il bonus fine a sé stesso non risolve il problema, uno Stato serio accompagna le persone in un percorso. E’ un segnale, ma bisogna andare oltre”. Cirio ha poi ricordato i 700.000 euro stanziati dalla Regione per combattere il bullismo e affermato come sia importante non solo non diventare vittime bullismo “ma anche non diventare bulli”.

Dura la presa di posizione di Elena Chiorino, assessore regionale all’Istruzione della Regione Piemonte: “Per me il bullismo è un crimine odioso, bisognerebbe parlare di reato. Serve avere il polso duro e lavorare il più possibile sulla prevenzione”. “L’impatto sociale del bullismo è devastante, sia per chi lo subisce e sia per chi assiste. La capacità di reagire è fondamentale. Come regione stiamo cercando di intervenire, abbiamo portato importanti contributi con progetti nelle scuole”, ha concluso l’assessore. 140.000 euro i fondi stanziati lo scorso anno per prevenire il fenomeno nelle scuole, 100.000 nel 2022.

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Alberto Garbarino

Alberto Garbarino, 30 anni di Genova (GE) , Laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli studi di Genova, Redattore presso Wolf Agency di Monalieri (To). Amo lo sport , il cinema e l'attulità.

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