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Alluvione in Piemonte, oltre 600 mm di pioggia in 3 giorni: i dati Arpa

Da Gianluca Rini

Aprile 29, 2025

Alluvione in Piemonte, oltre 600 mm di pioggia in 3 giorni: i dati Arpa

Passate poco meno di due settimane dalle precipitazioni torrenziali che hanno piegato il Piemonte, l’Arpa diffonde il rapporto ufficiale sulle giornate del 15-17 aprile 2025. Il documento fotografa un evento meteorologico di portata eccezionale, con valori pluviometrici e innalzamenti idrometrici paragonabili alle grandi alluvioni del passato recente.

L’evento meteorologico

Tra martedì 15 e giovedì 17 aprile, la perturbazione ciclonica Hans si è spinta sul Mediterraneo centro-occidentale, innescando un sistema di nubi cariche di umidità che si è accanito soprattutto sul Nord-Ovest. L’intero Piemonte è rimasto sotto rovesci persistenti, spinti da correnti meridionali che hanno aumentato l’effetto lungo l’arco alpino.

Record di precipitazioni

Le stazioni Arpa segnalano un cumulo superiore a 100 mm su gran parte del territorio; nelle aree montane e pedemontane del Torinese, del Biellese, del Vercellese e nel Verbano si registrano punte oltre 550 mm. Sambughetto, Oropa Santuario, Camparient, Andrate Pinalba e Piano Audi figurano tra i pluviometri più “produttivi”, mentre Boccioleto spicca con 260 mm in 12 ore e 417 mm in un solo giorno.

Corsi d’acqua sotto pressione

La pioggia, caduta con tale frequenza da saturare il suolo in poche ore, ha rapidamente innalzato livelli e portate di torrenti e fiumi piemontesi. Nella notte fra il 16 e il 17 aprile diverse aste del reticolo principale hanno oltrepassato la soglia di guardia.

Al confine con la Liguria, l’impennata dei pluviometri ha fatto gonfiare Bormida, Belbo e Tanaro. Sul Po, il punto più alto è transitato a San Sebastiano intorno alle 13:30 di giovedì 17, superando la soglia di pericolo di circa un metro; poche ore dopo, a Isola Sant’Antonio, la portata ha sfiorato 10.300 metri cubi al secondo, appena al di sotto dei 10.500 metri cubi al secondo registrati nell’alluvione del 2000.

Neve e instabilità dei versanti

Sui settori alpini si sono sovrapposti alla pioggia fino a 140 cm di neve nuova a quota 2.500 m. A quote inferiori la coltre preesistente ha assorbito acqua, divenendo pesante e instabile. L’elevato contenuto idrico del manto nevoso ha favorito valanghe spontanee e aumentato il carico sui pendii già saturi d’acqua.

Danni sul territorio e vittime

Frane, smottamenti e allagamenti hanno colpito le zone pedemontane dal Pinerolese alle valli di Lanzo, dal Biellese alla Val Sesia fino alla Val d’Ossola. Anche la collina torinese, specialmente il versante settentrionale fra Castagneto Po e Cavagnolo, ha visto cedimenti localizzati e strade trasformate in ruscelli. A Monteu da Po, la tragedia più grave: un uomo è stato travolto da acqua e fango nella propria abitazione.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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