Allarme prevenzione: il 36% dei torinesi fa controlli troppo tardi – Osservatorio Sanità di UniSalute
Da Federica Felice
Aprile 28, 2022
Torinesi e prevenzione, un rapporto complicato: a dirlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute in collaborazione con Nomisma, che ha indagato la propensione degli abitanti del capoluogo piemontese a tenere sotto controllo il proprio stato di salute. Il quadro che emerge è quello di una diffusa trascuratezza, con la pandemia che ha inferto un colpo significativo alla frequenza di visite ed esami specialistici per la prevenzione.
Torino e la salute: calano le visite e la prevenzione – colpa anche della pandemia
I risultati dell’ultima indagine Unisalute-Nomisma relativi alla prevenzione nella città di Torino (Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a inizio 2022 su di un campione della popolazione italiana stratificato per età, 18-75 anni, sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli), è emerso che meno della metà dei torinesi (42%) fa controlli regolari per monitorare il proprio stato di salute; un atteggiamento molto diffuso è quello di curarsi soltanto quando si inizia a soffrire di un disturbo o di una malattia, attitudine condivisa da più di un torinese su tre (36%).
E se in molti confessano di rimandare le visite quando hanno un problema trascurabile (48%), alcuni (10%) dichiarano esplicitamente che preferiscono farne il meno possibile.
Non deve stupire dunque che quasi la metà dei torinesi (45%) non abbia mai svolto un controllo basilare come la visita dermatologica per la valutazione dei nei.
La pandemia ha poi ulteriormente abbassato il livello della prevenzione: negli ultimi due anni quasi un controllo su cinque (19%) è stato annullato, e uno su tre (34%) rinviato, per un totale di oltre una visita su due saltata o comunque ritardata. La maggioranza dei casi di rinvio (55%) è avvenuta per decisione della struttura sanitaria.
Le visite più rinviate o cancellate
A soffrire maggiormente sono state le visite ginecologiche, con una percentuale di rinvio o annullamento del 27%; poco meglio (26%) l’esame di prevenzione per eccellenza, ovvero le analisi del sangue, e preoccupa anche il dato degli esami cardiologici, annullati o rimandati circa una volta su sei (16%).
Guardando alle motivazioni, risulta evidente come tutto ciò sia una conseguenza diretta dell’emergenza sanitaria: il 40% di torinesi che ha fatto meno controlli negli ultimi due anni, infatti, motiva la scelta dividendosi equamente tra la volontà di evitare le strutture sanitarie (20%), temendo un possibile contagio, o citando i tempi più lunghi causati dalla pandemia (20%).
Considerando solo l’ultimo anno, consola comunque riscontrare come la grande maggioranza del campione (86%) sia andata almeno una volta dal proprio medico di base.
La speranza è che, tornati alla normalità con una maggior consapevolezza dell’importanza di un buono stato di salute, i torinesi facciano sempre di più della prevenzione una sana abitudine.
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Federica Felice
Formata come Interior&Garden Designer, ho frequentato un corso di giornalismo che mi ha permesso di prestare servizi come copywriter e ghostwriter. Sono curiosa di natura e, tra i diversi interessi, ho la passione per la fotografia e i libri/film gialli.
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