Disoccupazione giovanile: consigli e soluzioni
Da Cristina Taverniti
Giugno 14, 2023
In Italia, il tasso di disoccupazione giovanile è una delle più alte tra i paesi dell’Unione Europea. La disoccupazione giovanile è un parametro di misurazione che considera i minori tra i 15 e i 24 anni di età che non hanno un lavoro; eppure, sono interessati ad un impiego e stanno attivamente cercando un’occupazione. Purtroppo, le statistiche rivelano dati preoccupanti.
Sono sempre di più le persone disoccupate con un titolo di studio elevato. Strano a pensarlo ma molti disoccupati hanno anche la laurea oltre al diploma di istruzione secondaria di secondo grado.
Questo evidenzia come il problema della disoccupazione abbia assunto proporzioni preoccupanti nel nostro Paese, soprattutto nel Mezzogiorno, dove la disoccupazione giovanile è quasi del 40%.
La disoccupazione in Italia è stata uno dei principali problemi degli ultimi anni e, nonostante alcuni segnali di ripresa, molti giovani diplomati e laureati non riescono ancora a trovare un’occupazione.
In tempi di alta disoccupazione giovanile, è importante comprendere quali siano le cause alla base di questo trend.
Allo stesso modo, è anche importante conoscere le azioni che possono essere intraprese per contrastare la disoccupazione giovanile. In questo articolo esamineremo le cause e suggeriamo alcune iniziative per invertire questa tendenza.
Quali sono le cause della disoccupazione giovanile?
In Italia, la disoccupazione giovanile è un problema profondamente radicato. Ci sono molte ragioni che ne sono alla base: un indice economico e finanziario del Paese che è troppo basso, un’istruzione di qualità inferiore rispetto agli standard internazionali, una scarsa flessibilità del mercato del lavoro, una rigidità nella regolamentazione e un’inefficiente politica volta alla soluzione del problema.
Da decenni, l’Italia soffre di una profonda stagnazione economica; tuttavia, le conseguenze della pandemia di Coronavirus hanno aggravato e aggravato questi problemi esistenti. L’impatto della crisi sanitaria sull’occupazione è stato notevole in tutto il Paese, causando la perdita di quasi un milione di lavoratori a causa della sospensione delle attività dovuta al blocco. Tra le persone più colpite, i più giovani hanno pagato il prezzo maggiore di questa crisi.
Ai tempi di crisi, la possibilità di licenziare un gran numero di lavoratori diventa difficile a causa delle leggi che proteggono i diritti dei lavoratori. Di conseguenza, le aziende evitano tale pratica e preferiscono invece reclutare con cautela la propria forza lavoro, non prendendo in considerazione i più giovani.
A causa di ciò è importante aggiornare ed ampliare la legislazione esistente, rendendo le responsabilità e i diritti delle parti coinvolte più equilibrati.
Molte persone considerano la mancanza di competenze e il mancato rispetto dei requisiti del mercato del lavoro come le principali cause della disoccupazione giovanile. L’istruzione pubblica è sottofinanziata, ma per aiutare gli studenti ad adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro si dovrebbe aggiornare periodicamente i curricula e includere quanti più insegnamenti pratici possibile.
Grazie a ciò, oltre alle conoscenze teoriche, i ragazzi possono avere una visione concreta di tutto il processo e una volta terminati gli studi essere pronti a lavorare immediatamente.
I giovani disoccupati sono una conseguenza della scarsa preparazione professionale, delle scarse esperienze lavorative e delle scarse competenze acquisite; ma anche, e soprattutto, a causa dei salari troppo bassi offerti nel mercato del lavoro in Italia. Questa situazione, conosciuta come “fuga dei talenti”, ha costretto i lavoratori più competenti e promettenti a lasciare il Paese, spostandosi alla ricerca di stipendi più alti e vantaggiosi.
Quali sono le iniziative per contrastare la disoccupazione giovanile?
L’Unione Europea sta lanciando delle iniziative volte ad aiutare i giovani nell’affrontare la disoccupazione, in particolar modo nei Paesi più colpiti da questo fenomeno come l’Italia. La principale iniziativa è “Garanzia Giovani”, rivolta ai giovani tra i 15 e i 29 anni, che non studiano o lavorano.
Questo programma include diverse azioni di orientamento, formazione, tirocini, servizio civile, mobilità professionale, incentivi alle aziende che assumono, accompagnamento al lavoro e sostegno all’autoimprenditorialità. A tal fine, le strutture regionali rappresentano un punto di riferimento fondamentale per la gestione delle attività.
Oltre a Garanzia Giovani, l’Unione Europea ha lanciato GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), “Your first EURES job” e il “Corpo europeo di solidarietà”, destinati a contrastare la disoccupazione giovanile e a favorire il reinserimento lavorativo.
I costi sociali della disoccupazione giovanile sono molto alti, poiché questa porta alla perdita di competenze e capitale umano. A breve termine, i giovani devono vivere con i genitori più a lungo, mentre a lungo termine tutta la società ne risente, ad esempio, attraverso un tasso di fertilità più basso, un invecchiamento della popolazione esponenziale e una fuga dei talenti.
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Cristina Taverniti
Torinese con la passione per la scrittura e per la fotografia. Credo fermamente che ogni giorno ci sia una storia che valga la pena d'essere raccontata e conosciuta. Ho frequentato l'Albe Steiner e l'università degli studi Alma Mater di Bologna, facoltà Tecniche e culture della Moda, ma non smetto mai d'imparare e conoscere cose nuove!
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