Un concorso fotografico per celebrare la rinascita dell’abbazia di Novalesa
Da Redazione TorinoFree.it
Settembre 10, 2013
Nell’ambito delle celebrazioni per il quarantennale dell’acquisizione e del recupero dell’Abbazia di Novalesa da parte della Provincia di Torino, giovedì 12 settembre, al Museo Diocesano di Susa avverrà la presentazione del concorso fotografico dedicato alla valorizzazione dei beni artistici religiosi della Valsusa. Il concorso, bandito dalla Provincia nell’ambito del progetto europeo Thetris, Thematic Touristic Route development with the Involvement of local Society), vede appunto come protagonista l’Abbazia novalicense. Alla presentazione saranno presenti l’Assessore alla Cultura ed alle Relazioni Internazionali, Marco D’Acri, i Sindaci di Susa e di Novalesa, Gemma Amprino ed Ezio Rivetti, i partner ungheresi, cechi e slovacchi del progetto Thetris e il Direttore del settimanale “La Valsusa” (media partner del concorso fotografico), don Ettore De Faveri. Il progetto Thetris prevede una serie di iniziative di comunicazione, tra le quali un concorso fotografico con tecnologia 3D e con lo slogan “Divinità, Destinazione, Destino”, rivolto ai giovani di ciascuna regione coinvolta nel progetto di età compresa fra i 15 ed i 26 anni. Gli obiettivi del progetto, che ha una durata di 30 mesi, sono:
- l’individuazione delle soluzioni di sviluppo per le aree rurali, utilizzando il patrimonio culturale esistente, concentrandosi in particolare sul patrimonio delle chiese medievali;
- lo sviluppo di strategie di sviluppo turistico utilizzando quali attrattori i beni culturali;
- il coinvolgimento delle popolazioni locali nella partecipazione attiva alle strategie di sviluppo di un turismo culturale per le aree interessate.
Informazioni pratiche
L’iniziativa sarà presentata giovedì 12 settembre alle ore 11,30, presso il Museo Diocesano di Susa, via Giuseppe Mazzini 1. In tale occasione sarà proposta agli intervenuti la possibilità di partecipare al concorso fotografico inserito nel progetto Thetris secondo il quale, i partecipanti, dovranno realizzare e presentare le loro opere entro il gennaio 2014, scegliendo i soggetti da una lista di tesori del patrimonio religioso del proprio territorio. Le foto saranno poi convertite con tecnologia 3D e una giuria locale decreterà il vincitore, che sarà premiato nel corso dell’incontro dei partner del progetto nell’aprile 2014, in Ungheria. Per l’Italia i partner sono la Provincia di Torino e la Provincia di Padova, oltre all’Agenzia di Sviluppo Turistico Lamoro.
La storia dell’abbazia
Situata al centro della Valle Cenischia e fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale ai piedi del Monte Rocciamelone. La sua edificazione si deve alla necessità di creare una struttura posta a presidio del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l’Abbazia figurava tra le più importanti d’Europa nell’XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant’Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per luminosità e conservazione cromatica. Successivamente venne costruita la chiesa, risalente al XVIII secolo, sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana di cui sono ancora visibili degli affreschi, come la “lapidazione di Santo Stefano”. Anche la conformazione storica del complesso architettonico è ben conservata: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero vi sono poi quattro cappelle dedicate rispettivamente a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, a Sant’Eldrado e San Nicola. Nei primi anni successivi alla fondazione l’abbazia ottenne dai sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell’abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all’entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell’XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, a seguito dell’approvazione della Legge sui Conventi. La storia più recente è quella che viene rievocata in questi mesi, durante le iniziative per il quarantennale dell’acquisto da parte della Provincia.
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