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Turin White a Torino

Da Redazione TorinoFree.it

Marzo 03, 2017

Turin White a Torino

iside torino 1Domenica 19 marzo dalle 17.15 si terrà Turin White, un tour guidato che celebra il mistero del Femminino Sacro a Torino.

Da sempre il capoluogo torinese ha tra le leggende legate alla sua fondazione una che la unirebbe alla mitologia egizia e al culto della dea Iside, che proteggeva dalle malattie e propiziava la guarigione, come a Torino fa l’icona della Madonna della Consolata, Santa Patrona della città dal 1104.

Il culto di Iside a Torino in età romano-imperiale è stato confermato dal ritrovamento, nel 1567, di una base di statua dedicata alla dea, la cui perduta iscrizione venne citata nel 1577 da Filiberto Pingone, storico e consigliere di stato di Emanuele Filiberto, nell’opera Augusta Taurinorum con riferimento alla fondazione egizia di Torino, nuova capitale del Ducato.

Il Pingone dice che la città venne chiamata Taurina e furono scelti i tori come divinità in riferimento a Iside.

La leggenda delle nobili origini egizie di Torino generò un grande interesse per l’antico Egitto e nel 1630 arrivò alla corte dei Savoia la Mensa Isiaca, una tavola d’altare in bronzo del I secolo d.C., scoperta a Roma nel 1527, tutta decorata con scene suddivise da geroglifici ornamentali e con al centro la figura di Iside all’interno di un tempietto.

La natura esclusivamente decorativa dei segni fu accertata nel 1822 dopo l’opera di decifrazione di Jean-François Champollion, ma su questi geroglifici si erano esercitati molti studiosi e si susseguirono le interpretazioni, spesso molto fantasiose.

Nella seconda metà del Settecento fu al centro di discussioni accademiche anche una testa femminile in pietra nera, detta Il busto di Iside, regalata nel 1739 dal Re alla Regia Università, dove sono scolpiti trentadue oscuri segni che Tuberville Needham, nel 1761, vide come geroglifici cinesi arcaici, come dimostrazione di un legame tra le lingue egizia e cinese.

Ma l’ipotesi fu respinta da Giuseppe Bartoli, Direttore del Regio Museo e una commissione di esperti giunse alla conclusione che la scultura non era antica.

L’itinerario sarà un viaggio tra la mitologia e gli incanti della città sacra a Iside e alla Madonna che Consola, oltre a illustrare le vie spirituali evocate dalle divinità femminili di ogni tempo, dai culti pre-cristiani fino all’origine del culto di Maria Maddalena, che dai Vangeli canonici passò a quelli Gnostici ritrovati nel 1945 a Nag Hammadi e recentemente rielaborati nel saggio Maria Maddalena e le altre di Paolo Riberi, edito da Edizioni L’Età dell’Acquario.

A Torino l’idea di Maria Maddalena come un Apostolo nascosto ha un suo riferimento nell’architettura di una chiesa situata nel centro cittadino.

Il tour terminerà in una zona di meditazione, dove i partecipanti s’immergeranno in un concerto di campane tibetane, che interagiscono con i centri vitali del corpo umano e possono allargare le porte della coscienza, guarire e rigenerare lo spirito.

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