Torino Egitto Pompei
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 29, 2016
Il Museo Egizio di Torino, l’area archeologica di Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, da marzo a ottobre, saranno le tre sedi del progetto espositivo Egitto Pompei, che ha lo scopo di far conoscere gli esiti dell’incontro tra due culture tanto diverse, quanto intimamente e storicamente legate.
Sarà un articolato dialogo tra reperti egiziani di epoca faraonica e le opere di età ellenistico-repubblicana e imperiale che ne hanno accolto e riletto l’iconografia, come l’arte dei faraoni e del culto di Iside e di altre divinità egizie come quello di Serapide, Arpocrate e Anubi, tra affreschi, rilievi, mosaici, statue e arredi in mostra.
Il primo appuntamento con Egitto Pompei è il 5 marzo al Museo Egizio di Torino con uno spazio di circa 600 mq che sarà riservato alle mostre temporanee, con oltre 330 pezzi di cui 172 prestati dalla Soprintendenza Pompei e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e molti altri provenienti da musei italiani e stranieri per scoprire il legame tra arte faraonica e arte greco-romana.
Il percorso si snoderà in nove sezioni, dalla ricezione dell’Egitto nel mondo greco, con la grecizzazione degli dei egiziani sotto i Tolomei, e la diffusione dei culti egizi nel Mediterraneo e in particolare in Italia, oltre a vedere la ricostruzione in 3D delle case pompeiane del Bracciale d’Oro e di Loreio Tiburtino, decorata con statue che rimandano all’Egitto.
La mostra, ideata da Alessia Fassone, Christian Greco, Federico Poole con la collaborazione di Eva Mol, sarà aperta al pubblico fino al 4 settembre.
Dal 16 aprile al 2 novembre un allestimento di Francesco Venezia riunirà sette monumentali statue con testa di leone della dea Sekhmet e la statua seduta del faraone Tutmosi III, direttamente dalle sale della collezione permanente del Museo Egizio, a Pompei, nella Palestra Grande.
Una video installazione di Studio Azzurro accompagnerà l’esposizione delle opere, mentre all’interno degli scavi ci sarà un percorso egizio a partire dal Tempio di Iside, con un intervento multimediale di realtà immersiva, che condurrà alle numerosissime domus che riportano motivi decorativi egittizzanti, come quella di Loreio Tiburtino.
Dal 28 giugno inizierà il terzo capitolo di Egitto Pompei al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a cura di Valeria Sampaolo, sull’insieme di culti che, nati o arrivati dall’oriente attraverso l’Egitto, hanno trovato in Campania un terreno fertile di ricezione e diffusione nel resto d’Italia, con le coppe di ossidiana da Stabia, capolavori dell’artigianato alessandrino, e i due affreschi provenienti da Ercolano con scene di cerimonie isiache, che sembrano uscire da un testo di Apuleio.
Il progetto Egitto Pompei terminerà l’8 ottobre con la riapertura della collezione egiziana del museo di Napoli, divisa in cinque sale, Uomini e Faraoni, La Tomba e il Corredo Funerario, La Mummificazione, Il Mondo magico e religioso, La Scrittura, i Mestieri e l’Egitto in Campania.
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