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Torino Boldini guarda Van Dyck. Bambini nel tempo

Da Redazione TorinoFree.it

Ottobre 03, 2016

Torino Boldini guarda Van Dyck. Bambini nel tempo

van dyck galleria 1Dal 29 settembre all’8 gennaio, alla Galleria Sabauda di Torino, la mostra Boldini guarda Van Dyck. Bambini nel tempo racconta due sguardi molto diversi sul mondo dell’infanzia, il primo del Seicento e il secondo dell’Ottocento, specchi della società del tempo.

La Sabauda, dopo Venere incontra Venere, propone un secondo confronto tra due opere che parlano tra loro per una più vasta riflessione sullo stile e sulla storia dei dipinti. 

I figli di Carlo I d’Inghilterra, un olio su tela dipinto nel 1635, che fa parte della collezione della Galleria Sabauda, vede il più celebre ritrattista delle case regnanti europee seicentesche,  Anton Van Dyck, presentare i tre figli del re inglese, Carlo II, Maria e Giacomo.

I tre bambini indossano abiti da ragazze e hanno un aspetto di principi intoccabili, seri e per nulla spontanei, come se fossero degli adulti in miniatura, e l’essere bambini sia solo una fase biologica che anticipa parte del diventare grandi, come dimostra il simbolismo della mela in mano al principe Giacomo, allegoria di fortuna e fecondità per la casa reale.

Giovanni Boldini, che fu uno dei protagonisti del ritratto mondano negli anni della bella epoque e grande studioso di Van Dyck, nel Ritratto del piccolo Subercaseauxm, un olio su tela risalente al 1891, che viene dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, mette al centro del suo lavoro un’infanzia che non può avere un legame con il diventare adulto.

Pedro, il primogenito del diplomatico cileno Ramón Subercaseaux, viene visto nella sua quotidianità, con una postura instabile e asimmetrica e lo sguardo annoiato, irrequieto e profondo e nel quadro non ci sono simbolismi, poiché nulla deve distogliere lo spettatore dalla figura del bimbo, emblema di una società dove l’infanzia ha un valore intrinseco, e figli non devono assomigliare a nessuno se non a loro stessi.

Un dettaglio che lega le due opere è la fatica dei pittori nel terminare il lavoro, infatti, la regina Enrichetta fece ritoccare più volte la piccola Maria, troppo irrequieta per permettere a Van Dyck di dipingerla, mentre Boldini doveva rincorrere continuamente l’annoiato Pedro, che era molto infastidito dall’essere costretto all’immobilità.

Il quadro di Van Dyck venne commissionato all’artista per essere un regalo degli inglesi a Casa Savoia, mentre quello di Boldini rimase nello studio del pittore fino alla sua morte. 

La nuova mostra alla Galleria Sabauda sarà quella, dal 16 dicembre, dedicata alle opere acquistate da Carlo Emanuele I, dalle sculture agli album naturalistici.

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