Sabato 24 e domenica 25 agosto, Sagra del gorgonzola a Borgolavezzaro: una delizia da assaporare in molti modi
Da Redazione TorinoFree.it
Agosto 21, 2019
Sabato 24 e domenica 25 agosto a Borgolavezzaro in provincia di Novara, torna la Sagra del gorgonzola, il tradizionale appuntamento dedicato al formaggio tipico del novarese.
Un formaggio dal gusto forte e particolare, prodotto dal latte intero di vacca. Un formaggio DOP originario della provincia di Milano e le sue zone di produzioni storiche sono le province di Milano, Como, Pavia e Novara. Quest’ultima ne è diventata nell’ultimo secolo la principale produttrice.
L’Associazione Giovani organizza l’evento per il fine settimana, dedicando una due giorni intensa dedicata a questo formaggio speciale e ai suoi vari accostamenti.
Tutte le sere piatti a base di gorgonzola dai tipi accostamente con i ravioli, gnocchi e penne a polenta e zola, filetto di maiale al gorgonzola, salamella e lonza, patatine fritte e zola; pere, miele e gorgonzola.
Sabato 24 agosto ci sarà musica dal vivo con Angela Band degli anni Settanta – Ottanta e domenica ancora musica con Daniela Band.
Borgolavezzaro si trova a 16 km a sud di Novara, si trova incuneato nel territorio di appartenza della Lomellina, al confine con la provincia di Pavia. Un territorio da secoli dedicato alla coltivazione del riso.
Borgolavezzaro come molti altri paesi della Lomellina, lungo l’alveo del Ticino e dei suoi affluenti, ha una storia che ha radici molto antiche.
Recenti reperti archeologici venuti alla luce in seguito a scavi sul territorio hanno dimostrato l’esistenza d’insediamenti dei Celti e poi romani, ma la fondazione del borgo risale al XII secolo e le sue vicende sono legate al comune di Novara i cui abitanti, come le città lombarde, ricorsero alla costruzione di borghi fortificati o borghi franchi per attirarvi i contadini delle zone, sottoposti all’autorità dei signori feudali.
Nei due secoli successivi il borgo finì sotto il dominio dei Visconti poi del marchese del Monferrato Giovanni II Paleologo e, infine, degli Sforza e nel 1449 il duca di Milano la diede in feudo ai fratelli Tommaso e Giovanni Caccia, ai quali rimase fino al 1563.
Durante la guerra tra Francesco I e Carlo V Borgolavezzaro fu incendiato dai francesi, poi nel 1624 Filippo IV di Spagna la infeudò al milanese Alfonso Casati, alla cui famiglia rimase fino al 1775 sotto i Savoia prima e i Tornielli dopo.
Nel paese è da vedere la Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo e Gaudenzio, progettata nel 1858 dall’architetto Alessandro Antonelli (l’ideatore della Mole di Torino e di Novara) e terminata nel 1862, collocata nella piazza al centro del borgo. In stile neoclassico, ha una sola navata è ha un pronao con quattro colonne in granito e capitelli corinzi che sostengono un architrave con timpano, mentre il campanile è antecedente e risale al Seicento. C’è anche la Chiesa di San Rocco di epoca barocca, affiancata da un campanile ottocentesco interamente costruito in mattoni a vista, e quella di Santa Maria, su un dosso nei pressi del cimitero, con un pregevole affresco raffigurante la Vergine con Bambino e un crocefisso del Quattrocento.
Tra i palazzi si segnala Palazzo Longoni, una residenza nobiliare settecentesca, oggi sede delle scuole elementari e la Cascina Caccia, complesso rurale a corte quadrata, costruito nel Cinquecento per volere della nobile famiglia novarese dei Caccia.
Fuori il borgo ci sono il Campo della Ghina che raccoglie, su una superficie di circa due ettari, una serie di piccoli habitat dell’antica pianura padana, l’Agogna Morta, un’oasi di tutela dell’ultima grande lanca piemontese del torrente Agogna e il Campo della Sciurä.
La cucina del territorio oltre al gorgonzola offre i piatti tipici della Lomellina con il riso a farla da padrone in tutti i suoi abbinamenti e accostamenti. Una cucina molto basata sul territorio, fatta di piatti semplici, poco elaborati, con prodotti forniti direttamente dalla campagna o dagli allevamenti locali. Gli antipasti si basano soprattutto sui salumi nelle diverse produzioni, come il “Salam d’la duja”, il tipico salame di maiale conservato sotto grasso nelle olle e il salame d’oca, oltre ai vari patè.
Il classico “bagnetto”, le varie frittatine, i funghi sott’olio, l’insalata di nervetti ed il pesce in carpione. Tra i vari piatti, quando è stagione quelli a base di asparagi locali, sono tra i più apprezzati. La polenta non manca mai e caratteristica è quella con sarach. Pietanze a base di maiale, manzo e oca e gustosi pesci del Ticino (anguille, trote, tinche, carpe e le tanto decantate bottine) completano il sostanzioso quadro.
Lumache e rane sono la base dei piatti più tradizionali della Lomellina. D’estate, la cucina locale vede le rane tra i piatti ancora più serviti, si possono gustare fritte, in guazzetto, con la frittata o nella zuppa.
Tra i dolci le prelibate Offelle di Parona.
Sagra del gorzonzola Borgolavezzaro
Info e prenotazioni al numero 338.9570674.
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