Lo Sguardo sui Sacri Monti: I nove Sacri Monti Prealpini
Da Redazione TorinoFree.it
Luglio 28, 2018
Nell’esposizione fotografica itinerante Lo Sguardo sui Sacri Monti: I nove Sacri Monti Prealpini, che si tiene fino al 2 settembre presso la Galleria Sant’Eusebio del Sacro Monte di Oropa, in provincia di Biella, c’è anche il Sacro Monte di Ossuccio di Tremezzina.
Ideata con lo scopo di promuovere questi luoghi con gli scatti del fotografo torinese Marco Beck Peccoz, la mostra fa parte del progetto finanziato da Regione Lombardia, con la collaborazione della Regione Piemonte Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia ed è promossa da Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese e la parrocchia di Santa Maria del Monte.
Del percorso espositivo fa parte anche una serie di 57 pannelli che mostrano 52 immagini fotografiche di Marco Beck Peccoz, con la storia e la cultura dei nove luoghi sacri collocati sull’arco alpino tra Piemonte e Lombardia: Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Varallo, Ossuccio e Varese, che dal 2003 sono stati annoverati dall’Unesco come parte del Patrimonio dell’Umanità.
Il Sacro Monte ebbe la sua maggiore diffusione fra Seicento e Settecento, come ricorda il Sacro Monte di Varallo, in provincia di Vercelli, la cui costruzione risale alla fine del XV secolo.
Grazie a San Carlo Borromeo, negli anni della Controriforma, i Sacri Monti furono il simbolo della fede cattolica contro l’avanzata dei principi protestanti, ricchi di fede e di storia ma allo stesso tempo di arte e bellezza, con un forte legame all’ambiente naturale che li circonda, in particolare con le forme, i panorami e le suggestioni.
Le origini del Santuario di Oropa, uno dei più belli del Piemonte, secondo la leggenda risalgono al IV secolo d. C, quando San Eusebio, primo vescovo di Vercelli, tornò da uno dei suoi viaggi in Oriente con la statua di una Madonna Nera, che lasciò in custodia agli abitanti di Oropa.
Agli inizi del XIII secolo, i Biellesi decisero di ampliare la piccola cappella in cui era custodita la statua in un santuario, per dare ai fedeli uno spazio adatto all’adorazione e alla preghiera della Vergine e del Rosario.
Dalle due chiese, consacrate a Maria e San Bartolomeo, che erano custodite dagli eremiti locali, col passar dei secoli il complesso divenne sempre più grande, fino a raggiungere le attuali dimensioni verso la fine del Settecento, grazie a molti artisti, tra cui Filippo Juvara e Francesco Guarini, che lavorarono per i Savoia.
L’ultimo edificio a essere eretto fu la Basilica Maggiore, che venne solennemente inaugurata nel 1960, alla presenza del vescovo di Biella.
Arrivati al Santuario, si accede, tramite una monumentale scalinata, al primo piazzale, dove ci sono negozi di souvenir e locali di ristoro, oltre al chiostro della Basilica Antica, che conduce alla Porta Regia.
Il cuore del santuario di Oropa rimane il Sacello della Basilica Antica, che fu eretto nel Seicento, dopo un voto fatto dai biellesi nel corso dell’epidemia di peste del 1599.
Nella facciata della Basilica Antica un portale, con lo stemma di Carlo Emanuele II, conduce all’interno del complesso, dove oltre al Sacello, risalente al IV secolo d. C, incontriamo una serie di affreschi sulla vita della Madonna e di alcuni santi, dipinti nel Trecento dal Maestro di Oropa.
Dopo la scalinata del Piazzale Sacro, si arriva alla Basilica Superiore, che fu eretta nel corso di tre secoli, basandosi su di un progetto dell’architetto Ignazio Amedeo Galletti dei primi dell’Ottocento e che venne terminata solo nel secondo dopoguerra, con l’edificazione della maestosa cupola.
Nei portali di bronzo della basilica è raffigurata la vita di San Eusebio e del Santuario fino alla nascita della Basilica Nuova, mentre sull’altar maggiore spicca un ciborio opera di Giò Ponti, oltre a sei cappelle dedicate alla vita di Maria.
A sinistra del Santuario troviamo il Sacro Monte di Oropa, che fu eretto tra il Seicento e il Settecento, con dodici cappelle che illustrano, con dovizia di dettagli, la vita di Maria, dall’Annunciazione fino all’Assunzione in Cielo.
Sempre da vedere è il Cimitero Monumentale di Oropa, che fu inaugurato nel 1877, con tombe ed epigrafi davvero strane e curiose, tra cui ricordiamo la tomba dalla forma di una piramide egizia del ministro Quintino Sella e la cappella funeraria di Giorgio Aiazzone, fondatore dell’omonima azienda di mobili, che morì in un incidente aereo nel 1986 vicino a Sartirana Lomellina.
La mostra, rimane aperta, a ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18.30 ed è chiusa nei giorni festivi.
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