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La vivisezione si combatte con l’informazione

Da Redazione TorinoFree.it

Giugno 26, 2013

La vivisezione si combatte con l’informazione

vivisezSabato 15 giugno, presso l’ABCINEMA al Centro La Serra in Corso Botta 30 ad Ivrea, si è svolta la prima conferenza del ciclo “La vivisezione si combatte con l’informazione”.

Gli organizzatori, il gruppo NO RBM NO VIVISEZIONE e da OIPA  di Torino, hanno invitato a parlare il Dott. Massimo Tettamanti, esperto in materia di antivivisezione ed antispecismo, recentemente eletto referente scientifico del Ministero della Salute.

gli argomenti trattati

Durante la conferenza, il Dott. Tettamanti che ha spiegato, scientificamente, quanto la sperimentazione animale sia superata e addirittura dannosa per l’uomo. Da paese all’avanguardia, l’Italia sta scivolando tra gli ultimi paesi nel campo della ricerca. Mentre altri Paesi, quali ad esempio la Germania, investono molto in sempre  nuovi e più efficaci metodi di ricerca, in Italia la maggior parte delle aziende, che fanno ricerca, resta ancorata a metodi ritenuti da secolo scorso.

Con parole ed esempi semplici ed accessibili a tutti, il Dott. Tettamanti ha spiegato come mai la pratica della vivisezione sia oramai una pratica obsoleta e superata, visto che ci sono validi metodi sostitutivi. In fondo il tempo è passato anche per la scienza, che è arrivata ad elevati livelli di simulazione scientifica. Gli scienziati hanno messo a punto veri e propri simulatori per studiare la reazione del metabolismo umano.

In Germania, per esempio, sono stati appenainvestiti 43 milioni di euro per realizzare un simulatore del fegato umano. La nuova frontiera, già applicabile, è la simulazione della interazione tra vari organiper esempio fegato-sangue-reni. In questo modo si riesce a sapere quella che sarà la risposta dell’organismo umano, come agirà una determinata sostanza sull’organismo e quali saranno gli efetti collaterali.

esempi a confronto

Sono state anche presentate due realtà legate al territorio canavesano e sono state messe a confronto, L’Oréal e la Rbm. Queste due aziende rappresentano due scelte diverse, la prima per continuare a crescere (e guadagnare) ha sceolto la strada del “cruelty free” (o quasi). La seconda rimane tenacemente ancorata al suo passato, senza alcun margine di crescita, per una scelta superata, che viene ritenuta da molti ottusa e vetusta.

La L’Oreal ha compreso, prima di altre, quelli che erano i cambiamenti degli scenari futuri ed ha investito in metodi alternativi di sperimentazione tramite un’azienda. Adesso tutte le aziende cosmetiche devono passare tramite queste sperimentazioni, perchè i consumatori hanno cominciato a dare un segnale culturale, ricercando prodotti “cruelty free”. Adesso, quello che tempo fa era una scelta personale, è diventata una legge europea. Da un punto di vista tecnologico, la sperimentazione su animali vivi è destinata a terminare.

Aziende, come la RBM, saranno costrette a cambiare la loro linea operativa, per chè sono rese obsolete dalle nuove prove tecnologiche che si trovano sul mercato. Su una importante rivista del settore, Toxicology, nel dicembre 2012 è uscito un articolo sulle prove della RBM, in cui si sostiene che l’impiego delle vecchie sperimentazioni su animali danno minori informazioni rispetto a sistemi più modermi e che i risultati non dovrebbero più essere inseriti nei file di ricerca.

Questo significa che occorre che le azienze di sperimentazione comincino a pensare di guardare verso orizzonti più lontani, dove il cambiamento risulta inevitabile, per restare competitivi e sul mercato oltre che per favorire l’occupazione.

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