L’ occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento ai Musei Reali
Da Redazione TorinoFree.it
Novembre 15, 2016
Il secolo d’oro delle incisioni è narrato con le opere dei grandi maestri olandesi raccolte nelle collezioni della Galleria Sabauda di Torino, infatti, le acqueforti di Rembrandt, Both, Waterloo, Du Jardin, Berchem, van Ostade e altri ancora sono al centro della mostra L’occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento, curata da Giorgio Careddu, visitabile ai Musei Reali dall’8 novembre fino al 26 febbraio 2017.
L’arte olandese del Seicento è nota come Il secolo d’oro grazie alla grandezza e l’abbondanza della produzione figurativa che accompagnò l’ascesa della giovane repubblica dei Paesi Bassi settentrionali, nata dopo il distacco dalle provincie fiamminghe dominate dalla Spagna (1585).
Allora in Olanda c’era un mercato artistico sostenuto dal ceto borghese, dedito al commercio, intraprendente, colto e amante dell’arte e le incisioni a stampa erano molto diffuse, tra calendari, libri illustrati, vedute di città, paesi, castelli, navi, costumi, ritratti e riproduzioni di dipinti celebri, stemmi e fregi.
La mostra vede 32 fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni dei generi più usati, oltre alla capacità di osservazione e di descrizione della realtà, che un grande scienziato inglese del tempo, Robert Hooke (1635-1703) disse come il frutto di “una Mano schietta e un Occhio fedele”.
Il percorso si sviluppa in quattro tappe, la prima è Il paesaggio: Rembrandt van Rijn e Jacob van Ruisdael, che vede come la pittura olandese del Seicento fu ricca e varia nell’osservazione della realtà, domestica e accattivante nei suoi soggetti, portando il genere del paesaggio come visione pura e restituzione fedele di parte del mondo, senza legami con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o dalla storia.
Scene di vita: Adriaen van Ostade tratta le case e le taverne che furono un soggetto molto frequente nella pittura olandese del Seicento, tra momenti di vita familiare, su musici e viandanti, ma anche su piccole scene aneddotiche di ubriachi e di prostitute.
Le piccole azioni quotidiane degli uomini vedono anche la descrizione accurata del mondo che li circonda, con innumerevoli oggetti d’uso e animali raffigurati nei loro peculiari momenti di vita, come un maiale che si abbandona al sonno nel sole.
La campagna di Paulus Potter, pittore di paesaggi e di animali che lavorò ad Amsterdam, dove morì a soli ventinove anni, ricorda la sua opera più nota, Il toro (1647), esposto al museo Mauritshuis dell’Aia, dipinto di grandi dimensioni, dove l’artista mise a frutto anni di studi e di ricognizioni intorno al mondo animale, visto in un’atmosfera sognante e sospesa.
L’ultima sezione, Gli animali, è sulla raffigurazione di mucche, cavalli, asini, pecore e cani, filone particolarmente apprezzato della pittura olandese del Seicento, dove gli artisti erano molto attenti a riportare le peculiarità delle razze e la diversità delle posture.
La visita de L’occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento è parte del biglietto dei Musei Reali.
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