Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 02, 2018
Sarà una grande mostra, quella che dal 23 marzo si snoderà in tre sedi diverse per Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari, uno dei più celebri pittori del Cinquecento italiano.
La mostra sarà suddivisa tra il Broletto di Novara, l‘Arca di Vercelli e la pinacoteca e Sacro Monte di Varallo Sesia ed è promossa dall’Assessorato alla cultura e turismo della Regione Piemonte, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt. Partner Intesa Sanpaolo, Comune e Pinacoteca di Varallo e dei Comuni di Novara e Vercelli.
Nelle tre parti della mostra verranno illustrate un periodo dell’arte e della vita di Gaudenzio Ferrari, a Varallo la giovinezza, a Vercelli la maturità e a Novara l’ultima fase, legata al periodo milanese dell’artista.
Questo progetto riunirà per la prima volta, nel quadrante del Piemonte Nord Orientale, moltissime opere dell’artista valsesiano grazie alla disponibilità della Diocesi e a vari capolavori in prestito dalla National Gallery di Londra, Galleria Sabauda di Torino e Stadel Museum di Francoforte.
A Novara inizialmente la mostra doveva essere allestita al Castello, ma poi è stato scelto il Broletto per gli impianti che assicurano condizioni termiche stabili.
Originario della Valsesia, Gaudenzio Ferrari, pittore, scultore e anche architetto, era un artista formatosi presso l’ambiente lombardo della bottega degli Scotto, attiva anche a Varallo, dove lasciò la decorazione a fresco della cappellina a destra del coro nella chiesa della Madonna delle Grazie e della cappella del Sepolcro della Vergine, al Sacro Monte, nel primo decennio del Cinquecento.
Attento alle novità apportate alla pittura e alla teoria della pittura da Leonardo, con l’attenzione per la psicologia e la distribuzione delle luci e delle ombre, come si vede nella pala della collegiata di Arona del 1511, Gaudenzio lavorò per la decorazione a fresco della grande parete della Madonna delle Grazie di Varallo con i 21 riquadri della storia della vita di Cristo che concluse nel 1513.
Negli anni vicini a quella data Ferrari realizzò anche, presso il Sacro Monte, la decorazione a fresco e le statue in terracotta delle cappelle della Natività, dell’Adorazione dei pastori, nel complesso di Betlemme, nonché della cappella della Spogliazione delle vesti o della Pietà, oltre alla tavola con le Stigmate di san Francesco, conservata presso la Pinacoteca di Varallo, ma proveniente anch’essa dal complesso religioso vicino.
L’ultimo lavoro al Sacro Monte dell’artista fu la decorazione della cappella dell’Arrivo dei Magi, poi Ferrari si trasferì a Vercelli dove, dal 1528, decorò la chiesa di san Cristoforo, infine visse gli ultimi anni a Vigevano e a Milano, dove seppe e aggiornarsi con intelligenza, mantenendo un altissimo livello di qualità, con un occhio anche alle novità del gusto manierista che si diffondeva presso la corte spagnola.
La mostra è a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, che hanno riportato in Italia opere che mancavano dagli anni delle requisizioni napoleoniche, come il San Paolo del Musée des Beaux-Arts di Lione o L’Adorazione del Bambino con un donatore, conservata al Ringling Museum of Art in Florida.
Il biglietto della mostra di Novara sarà in vendita a 10 euro, mentre a 20 quello cumulativo.
Le mostre saranno visitabili dal 23 marzo al 1 luglio, mentre quella a Varallo sarà aperta fino al 16 settembre.
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