Il Paniere dei prodotti tipici torna al Borgo Medievale di Torino
Da Redazione TorinoFree.it
Novembre 14, 2013
Si parla di food, ma a km 0. Domenica 17 novembre torna l’appuntamento con il Paniere dei prodotti tipici del Piemonte, al Borgo Medievale di Torino.
Il Paniere dei prodotti tipici è un marchio registrato da parte della provincia di Torino, che raccoglie tutti i prodotti locali. Tutta la materia prima con questa denominazione rispetta delle caratteristiche specifiche: si tratta di prodotti artigianali di produttori locali, appartengono alla tradizione storica, sono una potenzialità per lo sviluppo sul territorio e nel processo produttivo vengono usati solo materie prime a km 0.
La fornitura durante i Giochi Olimpici invernali del 2006 è stata a cura del Paniere, ma il successo dell’iniziativa non si è fermato a quell’evento speciale. Oggi i prodotti locali trovano spazio in diverse realtà torinesi e provinciali, come i mercati al Borgo Medievale di Torino. Molto apprezzati dagli avventori, i mercati propongono diverse specialità a seconda del tema scelto, domenica 17 novembre sarà proprio il Paniere ad offrire assaggi e prodotti tipici delle zone indicate. La scelta del mercato rientra perfettamente nella filosofia del progetto, che mira anche a valorizzare, oltre alla filiera corta, i mercati al dettaglio e la cultura del cibo, con l’educazione alimentare, educazione ambientale e al gusto.
Per domenica 17 novembre è previsto anche un menù, scelto per l’occasione, che includerà: Peperoni di Carmagnola con bagna caoda, mustardela con purè di patate di montagna, straccetti all’uovo e toma di Lanzo e tortino di mele piemontesi e castagne, con miele delle vallate alpine della provincia di Torino. Il meglio del meglio delle zone più operose della nostra provincia, a sostegno del lavoro che i piccoli produttori portano a termine ogni anno e che peraltro sono apprezzati durante il mercato, soprattutto dai turisti stranieri.
Così il Piemonte porta avanti le sue eccellenze, partendo dai suoi abitanti, che per primi sono chiamati ad apprezzare quello che il territorio ha da offrire loro, con la sicurezza di contribuire alla diffusione del verbo piemontese in fatto di cucina, che tutto si può dire, ma non che non sia una garanzia per il palato.
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