Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura
Da Redazione TorinoFree.it
Novembre 02, 2017

Dall’11 novembre al 25 febbraio 2018, presso il Castello di Miradolo, in provincia di Pinerolo, si terrà la mostra Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura, ideata dalla Fondazione Cosso che nel 2018 festeggerà dieci anni di attività.
La mostra, curata da Francesco Poli e Paolo Repetto, sarà dedicata al legame tra arte e musica nella poetica di Fausto Melotti, tra sculture, ceramiche, opere dipinte nelle sale del Castello di Miradolo. La sezione Assonanze vedrà i lavori di artisti vicini a Melotti, come Depero, Martini, De Chirico, Morandi, Klee, Kandinsky, Mirò, Calder, Fontana, Licini, Soldati, Gribaudo.
Inoltre Avant-dernière pensée proporrà un’installazione sonora che sarà un dialogo con le opere, con una narrazione legata ad alcune sculture, protagoniste di un disegno di luci in movimento.
Fausto Melotti nacque a Rovereto, in provincia di Trento, l’8 giugno 1901 e nel 1918 si iscrisse alla facoltà di Fisica e Matematica dell’Università di Pisa, per poi nel 1924 si laurearsi in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano.
Nel 1928 s’iscrisse all’Accademia di Brera di Milano, dove fu uno degli allievi di Adolfo Wildt con Lucio Fontana, di cui divenne caro amico. Quattro anni dopo accettò l’incarico della Scuola artigianale di Cantù per tenere un corso di plastica moderna.
Melotti nel 1935 aderì al movimento Abstraction-Création, creato a Parigi nel 1931 da Van Doesburg, Seuphor, Vantongerloo per promuovere e diffondere l’opera degli artisti non figurativi e prese parte alla prima mostra collettiva di arte astratta nello studio di Casorati e Paolucci a Torino.
Nel 1937 vinse il Premio internazionale La Sarraz in Svizzera e in occasione della sesta Triennale di Milano creò per la Sala della Coerenza di Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers la Costante Uomo.
Dal 1941 al 1943 Melotti visse a Roma, dove prese parte al progetto di Figini e Pollini del Palazzo delle Forze armate, realizzò disegni, dipinti e compose una serie di poesie, dette Il triste Minotauro, poi pubblicate da Giovanni Scheiwiller nel 1944.
Nel dopoguerra si interessò al mondo della ceramica e per questo ricevette numerosi premi come il Gran Premio della Triennale nel 1951, la medaglia d’oro di Praga e quella di Monaco di Baviera e nel 1974 Adelphi diede alle stampe la raccolta di scritti e poesie Linee, vincitrice del Premio Diano Marina nel 1975.
A Palazzo Reale a Milano nel 1979 fu presentata un’antologica di Melotti e nel 1981 Firenze propose una retrospettiva al Forte Belvedere.
Fausto Melotti morì a Milano il 22 giugno 1986 e la 42esima Biennale di Arti Visive di Venezia gli conferì il Leone d’oro alla memoria.
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