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Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte

Da Redazione TorinoFree.it

Luglio 16, 2018

Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte

easy rider venaria 1La mostra Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte, ideata da Luca Beatrice, Arnaldo Colasanti e Stefano Fassone e visitabile dal 18 luglio al 24 febbraio 2019 alla Reggia di Venaria a Torino, racconterà per le moto non tramite i modelli e le marche che hanno reso gloriosi 150 anni di storia, come la MV Agusta di Giacomo Agostini, la Yamaha di Valentino Rossi e la Ducati di Casey Stoner, ma anche con fotografie, libri, still, locandine di film da Easy Rider a La grande fuga e opere d’arte contemporanea di artisti come Ligabue, Boetti, Merz, Pascali e altri.

La mostra sarà divisa in nove sezioni tematiche che vanno dallo stile italiano, alle moto nel cinema, passando per l’epoca della tecnica giapponese e per lo stile londinese, con un occhio anche allo sport, con la Dakar e i miti della velocità.

Nella prima sezione, Stile forma e design italiano, si racconterà di come, dopo la Seconda guerra mondiale, il design impose, nei modelli di moto, snellezza, proporzione, intelligenza meccanica, facendone il simbolo di un desiderio di libertà per generazioni d’italiani.

In Il Giappone e la tecnologia Honda, Suzuki, Yamaha, Kawasaki saranno le guide in un mondo che vede il filo rosso di leggerezza, modularità e forza dei materiali, l’eleganza e l’aggressività di motociclette perfettamente affidabili.

Con Mal d’Africa si racconterà di come Thierry Sabine, durante la corsa Abidjan-Nizza, rischiò di perdersi nel deserto, ideando in seguito un rally che si svolgesse lungo il percorso al contrario: era il 1979 e nacque così la Parigi-Dakar, dove hanno corso motociclette dall’alba alla notte lungo migliaia di chilometri, Yamaha, BMW, KTM, e ancora Cagiva, Gilera, Honda.

In La velocità ci saranno i lavori di Pino Pascali, che mori in sella alla sua motocicletta nel 1968, e quelli di Gianni Piacentino.

Per Sì, viaggiare si vedrà come per i ragazzi della seconda parte del Novecento il viaggio su due ruote, in Vespa e in BMW GS 100, in Harley-Davidson o su Honda Gold Wing, era il simbolo della liberazione individuale e sociale, con la libertà di essere e di vivere.

Con London Calling ci sarà un viaggio nel mondo delle motociclette parcheggiate dai giovani dell’epoca d’oro dei rocker davanti a vari locali che si rifacevano al café racer, un punto di ristoro per i trasportatori, come BSA Gold Star, Triumph Bonneville e Trident, la Norton Commando, una Matchless G 80.

Il mito americano sarà un omaggio a Robert M. Pirsig, autore di Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, con le Harley-Davidson Electra Glide del 1972 o la Panhead del 1948 e la 883 del 1965, che segnarono per sempre la giovinezza di un padre e di un figlio, mentre Terra, Fango, Libertà vedrà gli happening di Aaron Young, omaggio all’idea dei motociclisti di viaggiare tra la polvere e il fango, con Husqvarna, Montesa Cota e Puch, o le sinuose Ducati Scrambler e Guzzi Mirimin.

Infine La moto e il cinema racconterà i capolavori del cinema, con la Brough Superior SS 100 di Lawrence d’Arabia, la Triumph Bonneville di Steve McQueen, la Ossa Enduro di Terence Hill e Bud Spencer, fino alla leggendaria Harley-Davidson Hydra Glide Chopper del 1949 di Marlon Brando ed Easy Rider.

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