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Carlo Levi. I Sei di Torino

Da Redazione TorinoFree.it

Novembre 14, 2016

Carlo Levi. I Sei di Torino

sei torino 1Giovedì 17 novembre alle 18, presso la sede della Fondazione Giorgio Amendola e dell’Associazione Lucana Carlo Levi, in via Tollegno 52 a Torino, sarà inaugurata la mostra Carlo Levi. I Sei di Torino.

La mostra esporrà 45 opere di Gigi Chessa, Jessie Boswell, Nicola Galante, Cesarina Gualino, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci, visitabili fino al 31 gennaio 2017. 

Il gruppo nacque alla fine del 1928 e la prima mostra venne allestita nel gennaio 1929.

Era un gruppo molto eterogeneo, con giovani pittori e altri già nella maturità, spesso diversi per origini culturali e provenienza.

L’unica donna del gruppo era la pittrice inglese Jessie Boswell, 48 anni, arrivata venticinquenne in Italia con una buona dote nel campo della pianistica e nel 1913 entrò nella casa di Riccardo Gualino per lavorare come insegnante d’inglese e dama di compagnia.

Della stessa età della Boswell era Nicola Galante, abruzzese, 46 anni, con un curriculum ricco di riconoscimenti, specialmente per il suo lavoro come xilografo.

Il più giovane del gruppo era Carlo Levi, 27 anni, Enrico Paulucci, genovese, ne aveva solo 28, Francesco Menzio, nato in Sardegna da genitori piemontesi,  ne aveva 30 e Gigi Chessa 31.

E’ proprio fra questi quattro che nacque un forte legame di amicizia, che durò fino al 1931, con il peggioramento della salute di Chessa, malato da tempo di tubercolosi, che mori poi a 37 anni.

L’evento è nel contesto della Riqualificazione delle Periferie, politica culturale di cui la Fondazione Giorgio Amendola e l’Associazione Lucana in Piemonte Carlo Levi sono state promotrici, allo scopo di portare la cultura alta e il senso della Storia a contatto con il pubblico.

Infatti, i Sei di Torino sono l’occasione giusta per un legame con la storia antifascista della città e con il cosmopolitismo e internazionalismo di Torino negli anni Venti, poiché furono la prima vera rottura col monumentalismo celebrativo del regime e diventarono un collegamento con la tradizione dell’arte moderna europea.

Parigi e la sua scuola fu il riferimento centrale per i giovani artisti, con Modigliani, Utrillo, Soutine, come dimostrano quadri di Levi dell’epoca parigina, dove riprende Modigliani nei ritratti degli amici e compagni antifascisti.

Anche la scoperta della luce in Menzio, Paolucci e Boswell, della struttura cezanniana in Chessa, della semplificazione sintetica in Galante, sono piccole scoperte fatte dai Sei di Torino.

E dopo questa esperienza lo sperimentalismo di Levi arriverà all’Eroe Cinese, da dove deriverà lo stile che gli permetterà di creare i capolavori del confino lucano.

La mostra sarà visitabile da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12.30, dalle 15.30 alle 19, sabato dalle 10 alle 12.30. 

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