Banda Elastica Pellizza: undici anni di grande musica, un concerto frizzante
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 09, 2014
Torino, 7 febbraio 2014. Al famoso locale torinese CAP 10100 di corso Moncalieri ha avuto luogo il concerto tenuto dalla mitica Banda Elastica Pellizza per i suoi undici anni di ironica e favolosa carriera, che ha fatto registrare per l’occasione un tutto esaurito tale da sancire l’ennesimo successo di pubblico.
Nel panorama piemontese sono davvero tanti i gruppi musicali attivi sul territorio, storici, nuovi o appena costituitisi, ma nessuno di questi, al momento, pare lontanamente paragonabile alla piccola “armata artistica” di Daniele Pellizzari, il carismatico cantante della band. Eccola dunque salire sul palco all’eco di un tripudio di applausi calorosi e sentiti, quelli dei fan che la seguono a ogni tappa del proprio sfolgorante cammino. Scricchiola il parquet, è quel suono caldo che solo i teatri sanno sprigionare, eccoli che arrivano a passo di musico ansioso di stupire, ancora una volta: Pellizzari, il vocalist; Andrea Sicurella, il polistrumentista vintage con la predilezione per la chitarra, il sax e il clarinetto; Paolo Rigotto, il maestro batterista dalla folta chioma e dallo sguardo tenero quanto goliardico; Alessandro Aramu, il bassista virtuoso; Bati Bertolio, il sofista della fisarmonica e dell’organo, il falso magro (come lo chiamano con affetto i compagni d’avventura).
Note in testa e metronomo nel sangue, questo quintetto delle meraviglie ha dato vita a un piacevolissimo concerto caratterizzato da un excursus ricco di melodie frizzanti, pezzi d’avanguardia e sinfonie ritmate in grado di mescolare in perfetta sinergia vari generi come il rock, il pop, il blues e lo swing, fusi in uno stile unico, a dir poco fantasmagorico. In scaletta brani evinti dagli album “La parola che consola” e “Oggi no”, alternati a inediti che han subito fatto presa sugli spettatori suscitando ilarità e allo stesso tempo riflessione. Risulta questo il vero potere della Banda Elastica, la capacità di produrre insieme furore e meditazione per dare profondità e vigore ai pensieri dell’Italia di ieri e soprattutto di oggi, senza retorica, senza politica.
Canzoni quali Mare forza 9, Tiriamo a campari (invocato il bis a gran voce) e La pista di J.J. lasciano il segno per la loro carica di tragicommedia e semantica filosofia critica rivolta all’attuale situazione di un Belpaese piegato dalla crisi socio-economica. Non sono mancati i momenti di spassosa new-age, su tutti l’evocazione dei Chakra da parte di un Paolo Rigotto in trance lirica.
Insomma, un’altra memorabilia che si aggiunge a tutte quelle perpetrate nei fantastici undici anni appena trascorsi.
La band ci ha inoltre concesso una breve ma intensa intervista.
Siamo all’undicesimo anno di carriera. Quali sono le vostre sensazioni in merito?
Una parola: figo. Siamo felici di essere arrivati a questo undecennale tutti insieme e finora non possiamo che ritenerci ampiamente soddisfatti del riscontro avuto.
Il vostro modo di suonare e cantare ha di fatto sancito uno stile personale. A fronte delle vostre produzioni, molto variegate, pensate di rinnovarvi ulteriormente nei prossimi undici anni?
Il nome della band parla chiaro: Banda Elastica Pellizza. Quindi ci promettiamo di essere molto elastici. Non ci precludiamo alcuna soluzione.
Per citare una loro canzone: “Chapeau, voilà…madame Banda Elastica Pellizza”.
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