Alba Fondazione Ferrero FuturBalla
Da Redazione TorinoFree.it
Ottobre 31, 2016
Dal 29 ottobre al 27 febbraio 2017 l‘arte di Giacomo Balla sarà al centro di una grande mostra negli spazi della Fondazione Piera Pietro e Giovanni Ferrero di Alba.
La mostra FuturBalla illustra il percorso creativo del pittore, tra i fondatori del movimento futurista, che nei primi decenni del Novecento fu il fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche.
Curata da Ester Coen, l’esposizione vede le opere appartenenti a prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere riunite in modo da rendere possibile ammirare capolavori straordinari.
Il percorso espositivo, diviso nelle sezioni Il realismo sociale e la tecnica divisionista, Le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce, L’analisi del movimento e il futurismo, conta circa 100 importanti capolavori.
L’esposizione si apre con l’apprendistato torinese dell’artista, dove sviluppò un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese per poi arrivare all’adesione alla poetica del Futurismo.
Dal realismo dei primi dipinti si arriva alla trasposizione dei precedenti principi compositivi nella materia dinamica e astratta delle Compenetrazioni iridescenti a larghi tasselli cromatici, alla ricomposizione della nuova realtà in movimento nelle Linee di velocità.
In un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri, il linguaggio di Balla vede nuove categorie della rappresentazione nei suoi parametri primari, nell’amplificazione del fenomeno fisico.
Pittore, scultore e scenografo, Giacomo Balla nacque a Torino il 18 luglio 1871, amava disegnare e studiare violino.
Fondamentalmente autodidatta si lasciò influenzare dagli Artisti Divisionisti che frequenta, e i suoi primi lavori uniscono il divisionista allo spirito positivista.
Trasferitosi a Roma nel 1895, Balla frequentò il gruppo d’intellettuali dediti alla costituzione delle scuole per i contadini dell’agro romano.
In questi anni Umberto Boccioni, Gino Severini, Mario Sironi e altri giovani pittori diventarono suoi allievi.
Intanto Giacomo Balla cominciò serie ricerche sul dinamismo e nel 1910 fu tra i firmatari del Manifesto dei pittori futuristi e del Manifesto tecnico della pittura futurista.
Tra il 1912 e il 1914, fu a Dusseldorf per la decorazione di casa Lowenstein.
Tornato in Italia, nel 1915 con Fortunato Depero redisse il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo che diceva “…Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente…”.
Dopo la prima guerra mondiale Balla, aderì al secondo futurismo di Filippo Tommaso Marinetti e fu tra i firmatari del manifesto L’aeropittura. Manifesto futurista del 1931.
Durante i primi anni Trenta il pittore lasciò progressivamente il futurismo per tornare a un certo Realismo naturalistico, convinto che l’arte pura debba esprimere un realismo assoluto, senza il quale si cadrebbe in forme ornamentali e decorative.
Giacomo Balla rimase un pittore figurativo fino alla morte, avvenuta a Roma il 1 marzo 1958.
La mostra è visitabile lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì alle 15 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 ed è chiusa martedì, il 24, 25, 31 dicembre e il 1 gennaio 2017.
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