Torino ha il suo primo fast food vegan
Da Redazione TorinoFree.it
Agosto 06, 2013
Vegano: non è un essere mitologico, non è un invasato, non è un estremista. Vegano non vuol dire nutrirsi di erba e nulla più. Essere vegani è, molto più semplicemente, una scelta di vita etica, nel rispetto di ogni essere vivente.
Niente specismo, niente animali di serie A e serie Z, cani, gatti, maiali, vitelli, gamberi, tutti uguali e tutti sullo stesso piano.
Se ci indignamo tanto di fronte a un cucciolo di cane maltrattato, perché rimaniamo indifferenti di fronte a due fette di prosciutto crudo? A differenza dei vegetariani, i vegani non mangiano nulla che derivi dalla produzione animale: niente uova, latte, formaggi, burro, miele. E nessun preparato che contenga questi ingredienti. Non solo: anche per l’abbigliamento, le scarpe, gli accessori, vige la stessa regola: nessuna parte, seppur minima, deve essere un derivato animale.
Il fast food vegano
Dopo la pasticceria e la gelateria vegane, il circolo vegano e due pizzerie, arriva a Torino anche il fast food: con questo nuovo punto ristorazione di via Barbaroux, Torino entra a pieno titolo fra le (poche) città che hanno un occhio di riguardo anche per chi ha fatto scelte alimentari “fuori dal coro”. Il cibo vegano, al contrario di quel che comunemente si pensa, non è insapore e non è affatto “erba scondita” e nemmeno plastica. Ceci, seitan, derivati vegetali, verdure, pasta, riso, pizza, dolci, che di sapore ne hanno, e molto. “Il fast food vegan – dice il proprietario, Luca Giampietro – è pensato prima di tutto per chi ha poco tempo in pausa pranzo, ma non per questo deve rinunciare alle proprie abitudini alimentari perché nei bar e nei ristoranti si fatica a trovare cibi vegan. Non è riservato ai vegani, anzi, è un invito rivolto a tutti per provare nuovi sapori e nuovi cibi“.
Luca, 34 anni, arriva da anni di lavoro in qualità di art director in un’agenzia di comunicazione. Insoddisfatto della sua vita lavorativa, ha mollato tutto per andare a lavorare in un fast food vegano, fino ad arrivare ad aprirne uno tutto suo. “Mi hanno dato del matto, ma io sono felice così“.
Il menù
Come in ogni fast food che si rispetti, esistono diversi menù che vanno dai 5 ai 9,50 euro. Il kebab, il burger, il cheeseburger, l’hot dog, la cotoletta. Solo che, invece della carne, troviamo il seitan, i ceci, la soia, le spezie e la fecola di patate, affettati, salse e formaggi di origine vegetale.
Tutto è pensato per offrire un pasto completo: soia, ceci e seitan, sono ricchi di proteine e ad alto valore nutritivo, senza contenere grassi. A dispetto di quanto si può pensare, un’alimentazione gustosa e sana, e i menù “sono nati dalla collaborazione con medici nutrizionisti“, assicura il proprietario.
Il popolo cruelty-free
Nella sola Torino, si calcola che la popolazione vegetariana e vegana sia intorno al 15 per cento. Nonostante il mercato in crescita, si fatica ancora a trovare ristoranti e pizzerie di ogni ordine e grado, che nel menù abbiano anche un’offerta per chi la carne non la mangia. Spesso i vegetariani riescono a spuntarla chiedendo che venga rimosso un ingrediente e magari sostituito con un altro (per esempio, la carbonara, che si può fare con zucchine o asparagi al posto della pancetta). Per i vegani, invece, è assai più difficile. La nostra cucina non offre grandi possibilità se si escludono tutti i prodotti di origine animale dagli ingredienti. Rimane, forse, un risotto con radicchio ma senza mantecatura. Un’insalata che non abbia tonno, uova, formaggio. Una pizza alla marinara. A mangiare fuori, ci vanno anche vegani e vegetariani, non sono relegati in un ghetto con la recinzione molto alta. Quindi, perché – anche solo in nome dell’incasso – non pensare a loro quando si elaborano i menù?
Chi ha capito che questo 15 per cento di popolazione non è poco e non è da sottovalutare (le stime, oltretutto, vedono la percentuale costantemente in crescita di anno in anno) è chi ha aperto negozi dedicati all’alimentazione cruelty-free. Come anche chi vende abbigliamento, accessori, scarpe, borse e cosmetici: per etica, per necessità, per uno stile di vita sano, non importa quali siano le motivazioni, ma le persone che scelgono questo regime alimentare (ma non solo alimentare) continuano a crescere e non vogliono rinunciare alle loro abitudini: niente compromessi tra gusto e morale, tra moda e etica, tra cura del corpo e filosofia di vita.
Ora, guardate la foto e siate sinceri: non vi ingolosisce nemmeno un po’? Gli ingredienti: tortiglioni, olive, pomodori secchi, semi di zucca, sesamo e panna di mandorle (Foto e cuoca: Steph Rivetti)
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