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Costi energetici in Piemonte: aumento di 1,2 miliardi in bolletta per le imprese

Da Gianluca Rini

Gennaio 13, 2025

Costi energetici in Piemonte: aumento di 1,2 miliardi in bolletta per le imprese

Il tessuto produttivo nazionale si trova davanti a un 2025 complesso, segnato da rialzi senza precedenti delle bollette energetiche. Le imprese di ogni dimensione dovranno gestire costi sempre più alti, in uno scenario caratterizzato da un incremento dei prezzi di elettricità e gas che rischia di pesare sulle strategie di investimento e sulla tenuta economica generale.

Un recente rapporto della CGIA di Mestre stima un aggravio di quasi 13,7 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, con una spesa totale che potrebbe toccare gli 85,2 miliardi. Di questa cifra, oltre tre quarti riguardano l’energia elettrica, mentre la quota rimanente è legata ai consumi di gas. Ecco un’analisi su come i rincari incideranno sulle aree più produttive del Paese, sui settori industriali più esposti e sulle possibili ripercussioni a catena.

Le tariffe in crescita e l’impatto economico

Secondo i dati disponibili, l’energia elettrica potrebbe subire un rialzo di circa 9,8 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, pari a un incremento del 17,6%. Il gas, invece, rischia di aumentare di 3,9 miliardi di euro, in misura vicina al 24,7%. Tali percentuali, in termini assoluti, delineano una condizione particolarmente onerosa per migliaia di imprese, già colpite in passato da oneri energetici significativi.

In testa ai consumi di elettricità, si conferma la Lombardia, che con un fabbisogno di poco superiore ai 49.000 GWh rappresenta quasi un quarto dell’intero utilizzo nazionale. Dati tanto elevati rendono la regione la più esposta, ma anche altre aree a forte vocazione industriale — come Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte — si trovano in una posizione analoga.

Le proiezioni mostrano che le regioni del Nord potrebbero arrivare a sostenere quasi due terzi dell’aumento totale. La Lombardia, in particolare, rischia di pagare circa 3,2 miliardi di euro in più, seguita dall’Emilia-Romagna, dal Veneto e dal Piemonte, con cifre importanti che oscillano tra 1,2 e 1,6 miliardi.

Le conseguenze per famiglie e imprese

Il rialzo dei prezzi in ambito energetico non interessa solo i bilanci societari: c’è il timore di nuove tensioni inflazionistiche, simili a quelle vissute tra il 2022 e il 2023, quando la crescita delle tariffe ha eroso il potere d’acquisto di stipendi e pensioni. Gli osservatori evidenziano che l’inflazione, spesso definita una “tassa indiretta”, riduce la capacità di spesa, impoverendo chi già fatica a far quadrare i conti.

Tra i comparti produttivi che rischiano maggiormente di subire questi aumenti troviamo la metallurgia, l’industria alimentare, il comparto ristorazione, gli alberghi, il commercio e i servizi come teatri e lavanderie, senza dimenticare il settore del trasporto. Le imprese che necessitano di grossi quantitativi di gas, come quelle legate all’estrazione di materie prime, alla ceramica, alla carta, al tessile e alla utensileria, appaiono le più esposte alle impennate dei costi.

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Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.

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