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Primo Levi Per non dimenticare

Da Redazione TorinoFree.it

Gennaio 26, 2018

Primo Levi Per non dimenticare

primo levi 1Uomo dalla vita straordinaria, Primo Levi per tutta la vita cercò di venire a patti con il dramma dei campi di concentramento, che raccontò nel capolavoro Se questo è un uomo.

Primo Levi nacque a Torino, il 31 luglio 1919, da una famiglia della buona borghesia ebrea, che ebbe una forte influenza sulla sua formazione culturale, in particolare il padre, ingegnere, gli fece nascere quell’amore per la ricerca scientifica e per la letteratura che divennero parte della sua personalità.

Nel 1934 s’iscrisse al liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino, in cui studiarono i principali esponenti dell’antifascismo torinese, dove maturò i suoi interessi verso le discipline scientifiche e la propensione per il rigore della ricerca.

Dopo essersi iscritto nel 1937 alla facoltà di Chimica dell’Università di Torino, Levi visse un periodo sereno, ma poi scoppiò in Italia la campagna antirazziale, che portò gli studenti ebrei a vivere in una posizione difficile.

Nonostante ciò Levi riuscì ad affermarsi come il migliore del suo corso e a ottenere la laurea, con lode, nel 1941.

Fino all’occupazione tedesca del Nord Italia del settembre 1943, il giovane chimico esercitò la sua professione in condizioni di semi clandestinità, prima presso una cava di amianto nei pressi di Torino e poi a Milano, in un’industria di prodotti chimici, dove conobbe numerosi ebrei e intellettuali politicamente impegnati in un’attiva campagna antifascista.

L’8 settembre 1943, dopo aver assistito all’ingresso delle truppe tedesche a Milano, Levi fuggì a Torino e si trasferì in Val d’Aosta insieme alla madre, per poi formare una brigata partigiana con alcuni giovani appartenenti al movimento Giustizia e Libertà.

Nella notte del 13 dicembre 1943 trecento militi fascisti circondarono il rifugio, dove si era rifugiato con i compagni, per poi sottoporre i prigionieri a ripetuti maltrattamenti e interrogatori, durante i quali Levi ammise di essere ebreo.

All’’inizio del 1944 Primo venne spedito al campo di Fossoli, presso Modena e successivamente ad Auschwitz, nell’alta Slesia, dove fu destinato al campo di lavoro di Monowitz, dove i prigionieri venivano usati come mano d’opera nella fabbrica di gomma.

La prigionia nel campo finì il 27 gennaio 1945, quando il fronte tedesco orientale fu occupato dall’Armata Rossa e le SS lasciarono il Lager, conducendo con loro tutti i prigionieri in grado di affrontare una lunga marcia e lasciando al loro destino ottocento infermi, tra cui Levi.

Dopo dieci giorni una pattuglia russa arrivo al campo e per Primo iniziò il lungo rimpatrio, che si concluse un anno dopo.

Tornato in Italia, Levi iniziò a trascrivere i suoi ricordi di prigionia nel suo capolavoro Se questo è un uomo, che, inizialmente rifiutato da Einaudi, fu pubblicato nel 1947 dall’editore Silva, grazie all’interessamento di Franco Antonicelli, inoltre venne assunto come direttore tecnico presso un’industria chimica nelle vicinanze di Torino.

Nel 1956 Se questo è un uomo fu pubblicato da Einaudi, contemporaneamente al Diario di Anna Frank, decretandone un crescente successo in Italia e all’estero.

Ormai scrittore completo, nel 1961 Levi scrisse La tregua, che fu edito da Einaudi nel 1963 e vinse il Premio Campiello.

Nel 1966 andò in scena al Teatro Carignano di Torino la riduzione teatrale di Se questo è un uomo e nello stesso anno Levi pubblicò la raccolta di racconti Storie naturali, che vinse il Premio Bagutta nel 1967, cui seguì nel 1971 Vizio di forma.

Con l’inizio degli anni Settanta Levi pubblicò nel 1975, per Einaudi, una nuova raccolta di racconti, Il sistema periodico, e nel 1978 La chiave a stella, che vinse il Premio Strega.

I suoi ultimi lavori, Se non ora, quando? (1982) e I sommersi e i salvati (1986) confermarono l’abilità di Primo Levi come scrittore, raccogliendo ottimi giudizi critici.

Il travaglio spirituale e umano di Levi cessò il l1 aprile 1987, quando, con un gesto che provocò meraviglia e cordoglio tra intellettuali e lettori, si tolse la vita, lanciandosi nella tromba delle scale del condominio di Torino dove viveva con la sua famiglia.

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