Marchesi di Barolo amore per i poveri di Torino
Da Redazione TorinoFree.it
Febbraio 26, 2016
Una nobile francese, discendente di Jean Baptiste di Maulévrier, ministro delle finanze del re Sole e l’ultimo erede di una delle famiglie più ricche d’Europa, nella Torino del primo Ottocento, uniti anche da un grande amore, spesero la loro vita per i più poveri nel bel palazzo Barolo.
Juliette Françoise Victurnie nacque il 26 giugno 1782 nel castello di Maulévrier dal conte Edouard Victurnien Charles René Colbert e dalla contessa Anne Marie Louise de Crénolle, mentre Carlo Tancredi nacque il 26 ottobre dello stesso anno a Torino da Ottavio Alessandro e da Paolina d’Oncieu in un bellissimo palazzo di via delle Orfane.
Giulia visse un’infanzia drammatica, dal momento che i giacobini ghigliottinarono gran parte della sua famiglia, i beni dei Colbert furono confiscati e l’intera famiglia fu costretta ad allontanarsi dalla Francia essendo continuo bersaglio delle ire politiche.
Fu Napoleone Bonaparte a combinare il matrimonio del diciottenne Carlo Tancredi, allora paggio imperiale, con la damigella di corte Giulia Colbert, grazie all’azione di mediatore del principe Camillo Borghese, desideroso di ottenere la simpatia delle famiglie potenti e facoltose.
In poco tempo Giulia Colbert e Tancredi di Barolo capirono di avere molti interessi comuni, come una cultura vasta e profonda, sensibilità e disponibilità sociale, fede religiosa radicata e operosa, mentre le loro personalità erano profondamente diverse, lei vulcanica, impulsiva, ostinata, lui riflessivo, ponderato e calmo.
Dopo la celebrazione del matrimonio a Parigi il 18 agosto 1807, i due sposi continuarono a frequentare gli ambienti nobiliari e allo stesso tempo s’interessarono alle istituzioni sociali di beneficenza.
Nel periodo successivo alla battaglia di Lipsia, che fece cadere l’Impero napoleonico con il conseguente ritorno di re Vittorio Emanuele I a Torino, i Barolo si stabilirono definitivamente nel palazzo di via delle Orfane.
Studiando la storia, le abitudini e anche il dialetto torinese, Giulia cercò di trovare un contatto con i più poveri di Torino, diventando nota per la semplicità del tatto, l’operosa carità, la conversazione piacevole e brillante.
Giulia e Carlo Tancredi non ebbero figli, ma decisero di adottare come tali i poveri di Torino, fondando varie associazioni e diventando amici di alcuni dei più noti intellettuali della città, come Silvio Pellico.
Nell’estate del 1835 scoppiò a Torino un’epidemia di colera e Giulia e Carlo Tancredi si prodigarono per l’assistenza ai malati esponendosi ai rischi di contagio, ricevendo lei la medaglia d’oro dal Governo e il marito, la Commenda dei santi Maurizio e Lazzaro.
Minato nel fisico dalla malattia, Carlo Tancredi partì con la moglie per un viaggio verso il Tirolo, ma arrivati a Verona, i due sposi si dovettero fermare perché il marchese venne colpito da una violenta febbre.
Sulla strada del ritorno, Carlo Tancredi e la sua sposa arrivarono in una locanda di Chiari, in provincia di Brescia, dove il marchese spirò il 4 settembre 1838.
Nel suo testamento il marchese nominò erede universale del suo immenso patrimonio Giulia, che usò il denaro del marito per fondare il monastero di clausura delle Maddalene, l’ospedale di Santa Filomena per le bambine disabili, oltre ad ospitare nel suo palazzo le Famiglie di operaie e a insegnare alle detenute nelle carceri torinesi.
Tra i suoi amici negli ultimi anni di vita Giulia ebbe Silvio Pellico, che divenne segretario e bibliotecario di Palazzo Barolo dopo la tragica esperienza dello Spielberg, e San Giovanni Bosco, che fu il cappellano del Rifugio per le donne abbandonate e le ex prostitute.
Giulia Barolo morì il 19 gennaio 1864 nel suo palazzo di Torino.
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