La Reggia di Venaria accoglie i capolavori dei Dogi: la rassegna Magnifiche Collezioni
Da Gianluca Rini
Aprile 11, 2025

Con l’arrivo della stagione primaverile, la Reggia di Venaria è tornata al centro dell’attenzione grazie a un evento floreale che ha richiamato oltre centomila persone in circa quindici giorni. Dopo l’incanto dei ciliegi in fiore, i giardini reali cedono ora il passo a un itinerario artistico di grande fascino, capace di coinvolgere appassionati e visitatori curiosi. L’iniziativa intreccia pittura, scultura e arredi provenienti dal Seicento e dal Settecento, mettendo a disposizione un viaggio nella creatività dell’epoca.
Opere di grande pregio da maestri del Seicento
Tra i capolavori spiccano la pregiata raffigurazione del giovane Ansaldo Pallavicino, opera di Anton van Dyck, e l’elegante ritratto equestre di Giovan Carlo Doria, firmato da Peter Paul Rubens. Guido Reni, con una rappresentazione che contrappone sentimento religioso e desiderio terreno, accentua il profondo misticismo del periodo.
Orazio Gentileschi propone la celebre scena sacrificale di Isacco, mentre Luca Giordano dipinge un episodio leggendario in cui traspare tutta la drammaticità del tema storico. Arricchisce inoltre l’esposizione un dipinto dedicato a Paolo Francesco, realizzato da Angelica Kauffmann, a testimonianza di una sensibilità pittorica internazionale e raffinata.
La rassegna “Magnifiche collezioni”
L’allestimento è ospitato nella Sala delle Arti fino al 7 settembre. Il percorso vuole evidenziare il legame tra espressione artistica e autorità pubblica nella Genova dell’epoca dei Dogi, attraverso opere che raccontano l’importanza delle antiche famiglie, come Pallavicino, Spinola, Doria e Balbi.
Sono circa cento i manufatti in esposizione, tra tele, statue e oggetti decorativi risalenti al XVII e XVIII secolo. Molti provengono da Palazzo Spinola di Pellicceria, affiancati da nuove acquisizioni dei Musei Nazionali di Genova e prestiti provenienti da collezioni private.
Gli esemplari in mostra furono originariamente commissionati dalle più influenti casate genovesi, che intendevano valorizzare il proprio prestigio attraverso la produzione artistica. L’edificio appartenuto ai marchesi Paolo e Franco Spinola, privi di discendenti diretti, venne donato allo Stato nel 1958, permettendo la conservazione e l’esposizione di un patrimonio culturale di grande spicco.
Gianluca Rini
Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dall'Italia e le realtà delle città del nostro Paese fino alla tecnologia e a tutto ciò che riguarda la cultura.