Giovanni Agnelli capostipite della Fiat
Da Redazione TorinoFree.it
Ottobre 06, 2015
Senatore, commerciante e imprenditore, Giovanni Agnelli fu non solo il fondatore di una grande dinastia, ma anche l’ideatore della Fiat, una delle più importanti case automobilistiche del mondo.
Giovanni Agnelli nacque a Villar Perosa, in provincia di Torino, il 13 agosto 1866 da Edoardo Agnelli, piccolo proprietario terriero, e Aniceta Frisetti, che avevano lavorato come commercianti nella Torino del Risorgimento.
Dopo aver cominciato gli studi presso il collegio San Giuseppe, Giovanni, detto “Il contadino” per la sua provenienza, fece una brillante carriera all’accademia militare di Modena, dove giovanissimo divenne ufficiale di cavalleria.
Pochi anni dopo il giovane militare prima passò alla scuola d’applicazione di Pinerolo, per poi essere parte della prestigiosa Savoia cavalleria.
Intanto nel 1889 Giovanni aveva sposato la giovane Clara Boselli, da cui avrebbe avuto i figli Edoardo e Aniceta Caterina.
Allo scopo di provvedere ai suoi cari, nel 1893 Giovanni si congedò dall’esercito e torno a Villar Perosa, dove non solo si dedicò alla coltivazione dei campi della famiglia, ma aprì anche un fiorente commercio di legnami e di sementi.
Grazie ai suoi successi nel campo agricolo e commerciale, nel 1895 Giovanni venne eletto sindaco di Villar Perosa, carica che avrebbe mantenuto per quasi mezzo secolo.
Nel 1895 la famiglia Agnelli si trasferì a Torino, dove Giovanni cominciò a passare le sue giornate presso il caffè di madame Burello, punto di riferimento per i giovani aristocratici amanti di meccanica e di automobilismo.
Con un’idea ben chiara in mente, nel 1896 Giovanni divenne un socio di capitale presso le Officine Storero, allora specializzate in biciclette e che grazie al suo aiuto conclusero un contratto d’importazione per i tricicli Prunelle, forniti di uno dei primi motori a scoppio.
Il 1 luglio 1899 Giovanni venne inscritto tra i fondatori della Fabbrica italiana automobili Torino (Fiat) con l’incarico di amministratore delegato e presidente.
Era nata la Fiat, la prima grande casa automobilistica italiana, che in pochi anni avrebbe conquistato con le sue automobili un’importante fetta di mercato.
Nel 1906, grazie al supporto del costruttore di biciclette e ingegnere Roberto Incerti, Giovanni fondò la Roberto Incerti & C. Villar Perosa (Riv) specializzata nella produzione di cuscinetti a sfera.
E il 1 dicembre 1920 Giovanni, in un’Italia che era appena uscita dalla prima guerra mondiale, comprò dal senatore Alfredo Frassati una quota azionaria del 20% dello storico quotidiano La Stampa, che gli avrebbe permesso di avere un diritto di prelazione per la rimanente parte del capitale.
Nell’ottobre 1926 quel diritto avrebbe permesso ad Agnelli di essere il solo e unico padrone della testata.
Intanto nel 1923 Giovanni Agnelli era stato eletto Senatore del Regno d’Italia.
Dal 1928 al 1931, grazie all’acquisto di alcuni terreni del colle del Sestriere, che si trovavano vicino all’alta Val Chisone, il senatore Agnelli s’impegnò nella costruzione della prima stazione sciistica italiana.
Ma il successo negli affari del senatore Agnelli era contrappuntato da una serie di tragedie nella sua vita privata, nel 1928, a 39 anni, mori la figlia Aniceta e nel 1935 il futuro erede dell’azienda Edoardo rimase ucciso in un incidente con il suo aereo presso l’idroscalo di Genova.
Il nuovo erede per la guida delle aziende divenne il nipote Gianni, figlio di Edoardo, che aiutò il nonno nello sviluppo delle imprese familiari, fino all’inizio della Seconda guerra mondiale.
Gli ultimi mesi della vita del senatore furono funestati da una serie di accuse di compromissione col regime fascista, che lo condussero alla temporanea privazione della proprietà delle sue imprese.
Amareggiato e solo, Giovanni Agnelli morì il 16 dicembre 1945 nella sua casa di Torino e nel 1946 lo seguì la moglie Clara.
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