Alla scoperta degli obelischi di Torino
Da Cristina Taverniti
Marzo 27, 2023
Torino è una città storica ricca di monumenti antichi, e tra questi ve ne sono alcuni davvero interessanti.
Stiamo parlando degli obelischi, dei monumenti celebrativi formati generalmente da un tronco di piramide alto e stretto.
Passeggiando per le vie della città sabauda ti potrebbe capitare di imbatterti in straordinari obelischi che adornano grandi piazze.
Ma dove si trovano e cosa simboleggiano?
Partiamo subito alla scoperta degli obelischi della città di Torino e della loro affascinante storia, con alcune curiosità interessanti sugli antichi monumenti.
L’obelisco di Piazza Savoia
Uno dei più affascinanti obelischi della città di Torino è quello che si erge a Piazza Savoia, realizzato da Luigi Quarenghi. Il monumento fu eretto il 7 maggio del 1853 e celebra l’abolizione dei tribunali ecclesiastici decretata con la Legge Siccardi del 1850. Si tratta di una legge che aveva lo scopo di abolire i privilegi del clero cattolico.
Alla base dell’obelisco si può notare una scritta che recita il famoso motto “la legge è uguale per tutti”. Invece, su un lato c’è la scritta “Abolito da legge 1850 il foro ecclesiastico. Popolo e municipii questo monumento posero”.
Vi sono anche incisi i nomi dei comuni che presero parte alla realizzazione del progetto.
In più alla base sono stati anche murati alcuni oggetti dal grande valore simbolico, come una copia della Legge Siccardi, due numeri della “Gazzetta del Popolo”, monete, un sacchetto di riso, una bottiglia di Barbera e una cassetta di grissini.
L’obelisco di Piazza Crimea
Altro importante obelisco si trova a Piazza Crimea, realizzato dallo scultore Luigi Belli ed eretto nel 1892.
Questo famoso monumento celebra la spedizione militare avvenuta tra il 1855 e il 1856, sotto il comando del generale Alfonso Lamarmora, che prese parte alla Guerra di Crimea. In questa battaglia persero la vita circa duemilatrecento soldati, di cui molti morirono a causa del colera.
L’obelisco di Piazza Statuto
Una delle piazze più interessanti della città torinese ospita anche un obelisco. Infatti, non si tratta solamente di un fulcro della magia bianca, ma è anche il luogo in cui il 7 dicembre del 1808 è stato eretto l’obelisco Beccaria.
Lo scopo di questo monumento era quello di indicare il Gradus Taurinensis rilevato dal fisico Giovanni Battista Beccaria, ossia l’arco mediano passante tra i due obelischi, quello di Piazza Statuto e quello eretto a Rivoli pochi mesi prima.
Alla base degli obelischi vi è un’iscrizione che recita “La distanza fra i 2 obelischi è di metri 11793,60, altezza all’estremità torinese sul livello del mare allo zero dell’idrometro della darsena di Genova metri 245,65”.
Non mancano le curiosità per gli appassionati di segni zodiacali (di cui non parleremo in questa occasione): sull’obelisco di Piazza Statuto è presente, infatti, anche un astrolabio.
In passato, questo monumento era anche noto come “il paracarro”, chiamato così dai vetturini che con le loro carrozze, erano costretti ad aggirare quell’obelisco, considerato inutile e persino pericoloso.
L’obelisco di Largo Marconi
Un quarto obelisco, e meno conosciuto, si trova a largo Marconi, ed è stato eretto da Giuseppe Gabetti nel 1873. Il monumento è sormontato da una stella a cinque punte, simbolo della Massoneria, dai cui ranghi provenivano diverse figure attive in tutto il periodo risorgimentale.
Il monumento ricorda i moti carbonari che scoppiarono davanti alla Chiesa di San Salvario l’11 marzo 1821, in epoca ancora non matura per la cacciata degli austrici e l’unificazione dell’Italia.
L’episodio vide il comandante Vittorio Ferrero arrivare da Fossano alla testa della sua compagnia e acclamare la Costituzione Spagnola con i suoi soldati e gli studenti del Collegio delle Provincie, cercando di coinvolgere nell’insurrezione la popolazione, ma senza successo.
Oggi l’obelisco è noto con il nome di “Obelisco Commemorativo dei Moti del 1821”.
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Cristina Taverniti
Torinese con la passione per la scrittura e per la fotografia. Credo fermamente che ogni giorno ci sia una storia che valga la pena d'essere raccontata e conosciuta. Ho frequentato l'Albe Steiner e l'università degli studi Alma Mater di Bologna, facoltà Tecniche e culture della Moda, ma non smetto mai d'imparare e conoscere cose nuove!
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