ZONE A RISCHIO ESPLOSIONE: QUALI NORMATIVE BISOGNA SAPERE?
Da Redazione TorinoFree.it
Gennaio 17, 2022
Sono tantissime le aziende che hanno un rischio concreto di esplosione all’interno del proprio ciclo di lavoro. Tutte le attività che producono o utilizzano gas o polveri possono potenzialmente esporre i lavoratori al pericolo di esplosione.
Si pensi ad esempio ad aziende chimiche, alimentari (ad esempio dove si impiegano o producono farine), segherie o anche aziende del settore metalmeccanico in cui possono formarsi, ad esempio, polveri di alluminio come scarto di lavorazione.
Un’esplosione è un evento causato da una reazione di combustione rapida e violenta di una polvere esplosiva (o di un gas) che avviene in particolari condizioni ambientali.
Proviamo a visualizzare gli elementi necessari per la realizzazione di questa reazione.
IL PENTAGONO DELL’ESPLOSIONE
Si schematizza il fenomeno esplosivo, di norma, con il pentagono dell’esplosione che rappresenta i cinque fattori fondamentali per creare un’esplosione:
- Il comburente (tipicamente il comburente è l’ossigeno contenuto nell’aria);
- La fonte di innesco (una scintilla, una fiamma libera);
- L’ambiente confinato (all’interno del quale si possono accumulare le sostanze pericolose);
- Il combustibile (gas o polveri infiammabili);
- La miscelazione dei combustibili con il comburente.
In tutte le occasioni in cui si può formare un’atmosfera esplosiva si parla:
- di aree ATEX se le atmosfere si verificano all’interno dell’ambiente di lavoro;
- di impianti e macchinari ATEX, se si parla di atmosfere racchiuse all’interno di un macchinario o se il macchinario deve essere installato in area ATEX.
PARAMETRI IMPORTANTI
Quando si propaga un’esplosione, la velocità con cui l’ossigeno viene consumato dipende dalla natura chimica del combustibile e dal suo potere calorifico.
Quest’ultimo parametro è molto importante perché determina la quantità di calore che può essere liberata nell’esplosione.
L’ossigeno è il comburente più comune (essendo anche il più diffuso). Aumentare la concentrazione di ossigeno in atmosfera ATEX velocizza le reazioni di combustione e, di conseguenza, la velocità di esplosione. Per questa ragione, per inibire i fenomeni esplosivi spesso si ricorre alla riduzione della concentrazione di ossigeno in aria miscelandolo, dove possibile, con gas inerti (per esempio azoto, argon o anidride carbonica).
I COMBUSTIBILI SOLIDI
Un occhio di riguardo va ai combustibili solidi.
Per le polveri infatti, via via che si riducono le dimensioni delle particelle, aumenta la superficie di contatto, consentendo alla polvere di bruciare più facilmente.
Questa situazione è amplificata dal fatto che particelle microscopiche, essendo più disperdibili restano in sospensione più a lungo, aumentando il rischio.
COSA FARE PER GESTIRE IL RISCHIO DI ESPLOSIONE
Abbiamo uno strumento per le gestione del rischio, anzi due. La direttiva Atex di prodotto e quella applicabile agli ambienti di lavoro.
Nel primo caso la normativa si applica alle macchine e agli impianti che devono operare in condizioni particolari, con pericolo di esplosione.
Nel secondo caso, la direttiva è stata integrata nella normativa italiana (il “Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, D.Lgs. 81/08) e si applica ai reparti aziendali dove possono formarsi e propagarsi atmosfere esplosive.
Queste permettono di realizzare una classificazione specifica in funzione delle condizioni presenti in azienda.
Occorre quindi analizzare attentamente macchine, ambienti e cicli di lavoro, in modo da fare una valutazione precisa e applicare la direttiva Atex corretta rispetto alle tue esigenze.
Per approfondire, leggi anche quest’articolo più dettagliato sulla direttiva Atex, e sulla classificazione delle aree aziendali e apparecchiature.
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