Razzo cinese potrebbe cadere sull’Italia il 9 maggio: 10 regioni italiane in allerta. La protezione civile: “Restate in casa”
Da Claudio Pasqua
Maggio 08, 2021
I frammenti di un razzo da trenta metri per 18 tonnellate sta precipitando (anche) su una traiettoria in territorio italiano. E lo farà per le ore 2:24 del 9 maggio, con una incertezza temporale di ± 6 ore. Anche se la maggior parte della massa brucerà al rientro, sono numerosi i detriti che potrebbero colpire e provocare danni a cose e persone su metà nostra penisola (e l’Europa) in un’area che è enorme, da Madrid a Sydney.
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 4:30 DEL 9 MAGGIO 2021
Razzo cinese potrebbe cadere sull’Italia il 9 maggio: 10 regioni italiane in allerta. La protezione civile: “Restate in casa”
Le indicazioni arrivano dal Comitato Operativo della Protezione Civile convocato dal capo Dipartimento, Fabrizio Curcio, il cui consiglio è di «Stare al chiuso e non in luoghi aperti» dal momento che «è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici».
Cosa sta succedendo?
La protezione civile è in allarme. Sono 10 le regioni del centro-sud che potrebbero essere interessate dalla caduta di frammenti del razzo spaziale cinese (tecnicamente un “lanciatore”) che porta il nome ‘Lunga marcia 5B’: Abruzzo, Campania, Molise, Umbria, Lazio, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
La protezione civile avverte che ci saranno continui aggiornamenti sulla traiettoria dei frammenti del razzo, in quanto questi sono legati a diversi fattori, ed effetti, come la densità atmosferica o quelli legati all’attività solare.
Siamo in #ComitatoOperativo per monitorare il rientro in atmosfera del razzo cinese. Per ora non si può escludere l’ipotesi che frammenti possano cadere sull’Italia. Le traiettorie possibili sono 3 su parte di 9 regioni del centro-sud: https://t.co/A7RAWN4ZlZ
Ore 22 del #7maggio pic.twitter.com/yqpO0e9ZF0— Dipartimento Protezione Civile (@DPCgov) May 7, 2021
Nell’intervallo temporale considerato sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l’Italia. Il tavolo tecnico – composto da Asi, (Agenzia Spaziale Italiana), da un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica Militare – Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni – continuerà, insieme ai rappresentanti delle Regioni potenzialmente coinvolte, a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni.
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“Sulla scorta delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica – sottolinea la Protezione civile – è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione: è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti”.
Si consiglia, comunque, indica il Dipartimento, “di stare lontani dalle finestre e porte vetrate; i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici”
«All’interno degli edifici – prosegue la protezione civile – i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti»
«È poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti»
Le previsioni di rientro saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del vettore spaziale stesso e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare.
Our latest prediction for #LongMarch5B CZ-5B rocket body reentry is 🚀 09 May 2021 04:19 UTC ± 8 hours along the ground track shown here. Follow this page for updates: https://t.co/p2AU9zVEpA pic.twitter.com/rsE6yzcnHb
— The Aerospace Corporation (@AerospaceCorp) May 7, 2021
Cos’è e da dove arriva il razzo cinese?
Lunga Marcia 5 (in cinese: 长征五号系列火箭, Chángzhēng wǔhào xìliè huǒjiàn), chiamato anche Changzheng 5 (abbreviato LM-5 o CZ-5), è un lanciatore spaziale cinese “pesante”, capace di portare nello spazio oltre 20 tonnellate di carico. Un lanciatore è un tipo di missile utilizzato per inviare nello spazio un certo carico utile che può consistere in astronauti, satelliti, sonde interplanetarie, moduli di rifornimento per le basi spaziali orbitanti.
Una volta svolto il suo compito, di solito questi razzi si frammentano al rientro nell’atmosfera terrestre e cadono sulla Terra e siccome la Terra è coperta da 2/3 di acqua, solitamente i detriti di questi razzi cadono in mare. Ma talvolta le cose non vanno come dovrebbero.
Il fenomeno della spazzatura spaziale è un grosso problema, mai affrontato seriamente dai grandi leader politici internazionali. Ogni tanto il problema riaffiora, non appena un vecchio satellite, utilizzato per scopi scientifici o militari, finisce la sua “carriera”, iniziando a lasciare l’orbita.
Claudio Pasqua
Giornalista scientifico. Direttore ADI - Agenza Digitale Italiana