Giulio Einaudi Un editore contro
Da Redazione TorinoFree.it
Aprile 01, 2019
Nato a Dogliani, in provincia di Cuneo, il 2 gennaio 1912 da Ida Pellegrini e da Luigi Einaudi, economista e bibliofilo, poi primo presidente della Repubblica italiana, Giulio Einaudi seppe dare una svolta decisiva alla Torino editoriale del primo Novecento, con la fondazione della casa editrice Einaudi.
Il giovane Giulio frequentò il ginnasio-liceo Massimo D’Azeglio, e diventa allievo dell’antifascista Augusto Monti, che lo spinse a prendere lezioni privare dal suo ex allievo Massimo Mila.
Mila divenne amico di Einaudi e lo introdusse nel gruppo degli ex allievi del D’Azeglio come Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio, Vitttorio Foa, Giulio Carlo Argan, Ludovico Geymonat, Franco Antonicelli, e altri, che fra trattorie e caffè avevano discussioni che spaziavano dalla politica alla filosofia, alla letteratura.
Nel 1929, presa la maturità, il giovane Einaudi divenne amministratore de La Riforma Sociale, cosi a soli vent’anni si lanciò nel mondo dell’editoria.
Il 15 novembre 1933 venne fondata la Giulio Einaudi Editore, al terzo piano di via Arcivescovado 7, nel palazzo che era stato la sede dell’Ordine Nuovo di Antonio Gramsci e come primo titolo Che cosa vuole l’America? di Henry Agard Wallace, allora vicepresidente degli Stati Uniti, con una prefazione di Luigi Einaudi.
Giulio Einaudi amava discutere le sue scelte con i suoi amici-collaboratori in quelle che divennero le riunioni del mercoledì, oltre a curare la fattura dei libri: la carta, la legatura, le copertine, e anche la grafica con la collaborazione di maestri come Bruno Munari, Albe Steiner e Max Huber.
Einaudi, per la sua collaborazione con Giustizia e libertà, il 15 maggio 1935 fu arrestato insieme con gli amici Mila, Ginzburg, Foa, Antonicelli, Bobbio, Pavese, Carlo Levi e Luigi Salvatorelli, poi per sei mesi venne inviato al confino.
Nel 1936 Leone Ginzburg e Cesare Pavese creano per l’Einaudi due proposte, il primo quella della collana dei Saggi e poi quelle dei Narratori stranieri tradotti e della Biblioteca di cultura storica, mentre il secondo lavora a traduzioni come quelle di Defoe, Gertrude Stein, Dickens, Melville e altri, le sue opere di narratore e poeta, oltre a letture e revisioni di testi da pubblicare.
Con l’8 settembre 1943 il gruppo dell’Einaudi si disperse e Leone Ginzburg il 20 novembre fu arrestato a Roma e rinchiuso nel braccio tedesco di Regina Coeli, dove morì il 5 febbraio 1944 a 34 anni, mentre Einaudi dalla Svizzera cercò di avere i diritti di scrittori come Hemingway, Sartre e altri, per poi unirsi alle brigate garibaldine in Val d’Aosta.
Nell’ottobre 1944 Einaudi, in missione a Roma, conobbe Palmiro Togliatti, dando inizio a una serie di contatti dai quali scaturì, fra il 1947 e il 1951, la pubblicazione di Lettere dal carcere e dei Quaderni di Antonio Gramsci.
Finito il conflitto, con intellettuali e scrittori come Elio Vittorini, Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Luciano Foa e Giulio Bollati, nel 1945 la casa editrice comincia a pubblicare Il Politecnico, diretto da Vittorini che, dopo la chiusura della rivista, avvierà una storica collana, I gettoni, con autori come Carlo Cassola, Beppe Fenoglio, Mario Rigoni Stern, Anna Maria Ortese e Lalla Romano.
Ma ci furono anche opere che hanno segnato la cultura del Novecento, come la traduzione di Alla Ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, le opere di Bertolt Brecht, Jean Paul Sartre, Thomas Mann, Jorge Luis Borges e Robert Musil, oltre a best seller come La ragazza di Bube di Cassola, Il giardino dei Finzi-Contini di Bassani, Marcovaldo, ovvero le stagioni in città di Calvino e La Storia di Elsa Morante.
Nel dicembre 1983, a causa di dissesti finanziari, arriverà per l’Einaudi l’amministrazione controllata, che portò alla transizione verso una nuova struttura societaria nel 1987.
Giulio Einaudi rimase presidente, ma la casa editrice passò sotto il controllo di Intracom e dal 1994 fu Mondadori a controllare il 70% delle quote societarie.
Il grande editore morì il 5 aprile 1999, a 87 anni, nella sua casa di campagna a Magliano Sabina, vicino a Roma.
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